Rifiuti, "Lacchiarella può diventare la Terzigno del nord"

Cronaca
Cartelloni contro la discarica durante uno dei tanti presidi di protesta contro il bioreattore di Lacchiarella-Giussago
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La protesta di un piccolo comune alle porte di Milano dove potrebbe sorgere un bioreattore. “Non vogliamo una nuova discarica, ne abbiamo già una”, dice il sindaco. Mentre quelli del comitato avvertono: “Il nostro territorio sta per essere violentato”

di Daniele Troilo

“Lacchiarella come Terzigno? Se ci si comporta in questo modo, imponendo le cose invece di condividerle, è chiaro che ci si avvicina alla realtà campana”. Benvenuti al nord. Mentre la politica litiga su come risolvere l’emergenza dei rifiuti a Napoli, c’è un piccolo comune alle porte di Milano che negli ultimi mesi è diventato una polveriera. Pronta “a farsi sentire”. Luigi Acerbi, sindaco di Lacchiarella, spiega perché: “La storia inizia nel 2005 quando la società Fertilvita ci propone di costruire una discarica nel nostro territorio. Noi diciamo di no, ma dopo un po’ di tempo propone la stessa cosa anche al comune di Giussago, che invece si dichiara favorevole”. C’è solo un piccolo dettaglio: la località in cui dovrebbe sorgere quello che i tecnici chiamano bioreattore attivabile (“riuscendo a non scomporsi sulla sedia”, sottolinea Agostino Cullati, membro del comitato No al bioreattore) si trova a 2 chilometri da Giussago e a meno di 800 metri da Lacchiarella. Una beffa per questi ultimi, che alla favola ecologica del bioreattore proprio non riescono a credere.

La Regione dal canto suo ha già deciso. “Il progetto ha ottenuto il via libera ed è stata rilasciata la certificazione ambientale – chiosa l’assessore al Territorio Daniele Belotti - Alla Regione spetta solo il compito di definire i criteri di idoneità e l’area di Giussago-Lacchiarella non rientra fra quelle non idonee. Ovviamente l’azienda che farà il bioreattore dovrà rispettare una serie di vincoli e procedure, ma per noi non ci sono problemi. A questo punto aspettiamo solo la decisione del Tar”.

“Il bioreattore attivabile – dice però il sindaco Acerbi, eletto nel 2009 con una lista civica appoggiata dal Pd – non è altro che una discarica che produce biogas e che provocherà una giacenza di un milione di tonnellate di rifiuti vicino a Lacchiarella. Produce un po’ di energia alternativa ma in cambio lascia la discarica, con i suoi effetti collaterali. Il problema non si è mai posto fino al 2008, per via di alcuni vincoli ambientali imposti dalla Regione. Poi, di punto in bianco, è stato proprio il Pirellone a cambiare le carte in tavola, autorizzando l’ampliamento di una discarica già esistente”. Infatti nei territori di Lacchiarella e Giussago, che si trovano a ridosso del Parco Sud di Milano, esiste già un centro integrato per il trattamento dei rifiuti che, dopo l’ultimo ok della Regione con una delibera dello scorso febbraio, potrà dunque essere “ampliato” con il bioreattore. “L’impianto esistente – spiega il sindaco di Lacchiarella – tratta 300 mila tonnellate di rifiuti, serviamo 60 comuni per un totale di 500 mila abitanti. Direi che facciamo già la nostra parte, considerando che il nostro comune fa 8 mila abitanti e quello di Giussago quasi 5 mila. Perché dunque fare un’altra discarica proprio qui?”.

Scatta così il ricorso al Tar, al quale si uniscono poco dopo altri dieci comuni della zona. Al ricorso, come si può immaginare, non partecipa invece il comune di Giussago. “Noi siamo stati parte integrante del percorso decisionale – spiega il sindaco Massimiliano Sacchi, eletto anche lui con una lista civica sostenuta dal Pd - E’ come se uno partecipa a diverse riunioni su un argomento senza sollevare obiezioni e poi, quando ormai la cosa è stata decisa, si sveglia e decide di fare ricorso. La Regione ha dato il via libera alla costruzione del bioreattore e noi, al contrario del comune di Lacchiarella, siamo a favore”.
Ma non mancano le polemiche. Il signor Sacchi è un dipendente della società A2A, che qualche anno fa ha comprato la Fertilvita (quella del bioreattore). “Nel mio paese tutti sanno che lavoro faccio e, nonostante questo, qualche mese fa sono stato eletto con il 60 per cento dei voti. Chi mette in relazione il bioreattore e il mio lavoro cerca solo di strumentalizzare la vicenda”. Se gli si chiede come ha fatto a convincere i suoi concittadini sulla bontà del bioreattore spiega serafico: "Sanno benissimo che i benefici economici saranno riversati sull'intera popolazione".

Intanto quelli del comitato “No al bioreattore” continuano a organizzare sit-in e manifestazioni per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica: “Il nostro territorio sta per essere violentato, la nuova discarica sarà grande quanto tutto il centro abitato di Lacchiarella (177.000mq, pari a 28 campi da calcio) e sarà alta come palazzi di 4 piani. E’ come se costruissero un'altra cittadina adiacente alla nostra, ma colma di pattumiera”. Il 30 novembre si ritroveranno in un’assemblea pubblica: l’obiettivo è quello di riuscire a presentarsi davanti al consiglio regionale compatti e numerosi per cercare di far cambiare idea agli amministratori.

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