50 secondi destinati a scatenare polemiche. Nell'attesa del via libera dell'Autorità garante per le comunicazioni il video è stato diffuso su YouTube dall'Associazione Luca Coscioni e dal partito Radicale
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Eutanasia, Vanguard nelle stanze dei “suicidi assistiti”
Un viaggio lungo migliaia di chilometri quello dello spot. Poco meno di 50 secondi (guarda il video in fondo), destinati a scatenare polemiche in tutti i Paesi in cui approdano. L'Authority australiana ne ha bloccato la programmazione. In Canada, invece, il video è riuscito a fare breccia, ottenendo l'autorizzazione per andare sul piccolo schermo.
Ora si appresta a debuttare su una rete italiana, promosso dall'Associazione Luca Coscioni e dal partito Radicale. E occorrerà aspettare la decisione dell'Autorità garante per le comunicazioni per sapere se verrà mai messo in onda nel Belpaese. Telelombardia è la prima emittente che ha dato disponibilità per accogliere lo spot nella sua programmazione. A pagamento ma, precisano dall'emittente, "sara' al massimo a un prezzo simbolico se non addirittura a costo zero" (in questa direzione sembra orientato l'editore).
"Bando alle ipocrisie", chiede Mina Welby, moglie di Piergiorgio, politico e attivista che nel 2006, malato terminale di distrofia muscolare progressiva, chiese di staccare la spina del respiratore che lo teneva in vita. "Piergiorgio - racconta - voleva morire da uomo che può ancora guardare il sole, capace di intendere e di volere fino alla fine. Ma soprattutto voleva che gli fosse riconosciuto il diritto di uscire dalla sua condizione ormai intollerabile. Con dignità. La sua è stata una lotta per la vita, fino alla fine dei suoi giorni.
Le prime critiche all'iniziativa sono arrivate da Augusto Caraceni, vicepresidente della Società europea di cure palliative: "Lo spot è fuorviante e a rischio di strumentalizzazione e confusione", ha sottolineato l'esperto.
Guarda lo spot su YouTube
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