A poco più di dodici mesi dall’alluvione che ha causato la morte di 37 persone, la situazione nel messinese resta ancora piena di dubbi e incognite. E uno studio dell’Eurispes conferma: per il 96% degli intervistati è stato fatto poco o troppo poco
L'ALBUM FOTOGRAFICO
Messina, un anno dopo: LE FOTO
A lezione di sopravvivenza un anno dopo l’alluvione
di Filippo Maria Battaglia
La messa in sicurezza? Scarsa. La prevenzione? Troppo poca. Il ruolo delle istituzioni? Negativo. A poco più di un anno dall’alluvione che ha causato la morte di 37 persone, la situazione nel messinese resta ancora piena di dubbi ed incognite. Oltre che dalle testimonianze, la conferma arriva anche da uno studio dell’Eurispes siciliano, realizzato in collaborazione con l’Ordine Regionale dei geologi.
Secondo la rilevazione dell’istituto di ricerca, più di sei residenti su dieci sono convinti che il territorio dove vivono sia poco sicuro; solo il 7% non avverte rischi. Stato, istituzioni, abusivismo, enti locali: sulla responsabilità i pareri divergono, ma la stragrande maggioranza dei residenti (85%) è convinta che non sia colpa solo della natura. La situazione non migliora riguardo alle iniziative di prevenzione attuate negli ultimi dodici mesi: il 96% degli intervistati ritiene che è stato fatto poco (58%) o troppo poco (38%). Secondo i dati riferiti giovedì 21 ottobre al Senato dal sottosegretario Guido Bertolaso, le persone evacuate sono 2054: 1365 nel comune di Messina, 580 a Giampilieri, 460 a Scaletta Zanclea e 22 nel comune di Itala.
“Il 94% di queste persone – ha detto il capo della Protezione civile – usufruiscono del contributo di autonoma sistemazione”, ma la paura resta. E non è un caso, che il timore più grande sia quello della sicurezza: il 70% dice infatti di vivere in un ambiente poco sicuro. A poco più di un anno dall’alluvione che ha colpito il messinese, è questo forse il dato più significativo di una tragedia che, secondo la maggioranza dei cittadini, si poteva senz’altro evitare.
Messina, un anno dopo: LE FOTO
A lezione di sopravvivenza un anno dopo l’alluvione
di Filippo Maria Battaglia
La messa in sicurezza? Scarsa. La prevenzione? Troppo poca. Il ruolo delle istituzioni? Negativo. A poco più di un anno dall’alluvione che ha causato la morte di 37 persone, la situazione nel messinese resta ancora piena di dubbi ed incognite. Oltre che dalle testimonianze, la conferma arriva anche da uno studio dell’Eurispes siciliano, realizzato in collaborazione con l’Ordine Regionale dei geologi.
Secondo la rilevazione dell’istituto di ricerca, più di sei residenti su dieci sono convinti che il territorio dove vivono sia poco sicuro; solo il 7% non avverte rischi. Stato, istituzioni, abusivismo, enti locali: sulla responsabilità i pareri divergono, ma la stragrande maggioranza dei residenti (85%) è convinta che non sia colpa solo della natura. La situazione non migliora riguardo alle iniziative di prevenzione attuate negli ultimi dodici mesi: il 96% degli intervistati ritiene che è stato fatto poco (58%) o troppo poco (38%). Secondo i dati riferiti giovedì 21 ottobre al Senato dal sottosegretario Guido Bertolaso, le persone evacuate sono 2054: 1365 nel comune di Messina, 580 a Giampilieri, 460 a Scaletta Zanclea e 22 nel comune di Itala.
“Il 94% di queste persone – ha detto il capo della Protezione civile – usufruiscono del contributo di autonoma sistemazione”, ma la paura resta. E non è un caso, che il timore più grande sia quello della sicurezza: il 70% dice infatti di vivere in un ambiente poco sicuro. A poco più di un anno dall’alluvione che ha colpito il messinese, è questo forse il dato più significativo di una tragedia che, secondo la maggioranza dei cittadini, si poteva senz’altro evitare.