L'aggressore della metro in cella tra le contestazioni
CronacaAlessio Burtone è stato prelevato dai carabinieri che l’hanno condotto a Regina Coeli. Sotto casa fischi e applausi di una folla divisa tra chi chiedeva la sua libertà e chi l’arresto
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Alessio Burtone "ha dimostrato abituale ed irrefrenabile ricorso alla violenza fisica, intesa come ordinaria reazione ad eventuali contrasti con terzi". E' un passaggio della ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Sandro Di Lorenzo nei confronti del ventenne arrestato con l'accusa di omicidio preterintenzionale per aver colpito con un pugno l'infermiera romena Maricica Hahaianu, deceduta venerdì.
Per il gip, l'indole del giovane "non sembra adeguatamente contenibile con la detenzione domiciliare cautelare". Per questo motivo il giudice ricorda che Burtone è stato protagonista di altri due analoghi episodi di violenza. Uno risale al 6 gennaio 2010, quando Burtone "ebbe a colpire con calci e pugni in viso anche in questo caso una donna, oltre poi proferire gravi minacce nei confronti della predetta e del marito poi intervenuto". L'altro episodio, costato a Burtone una denuncia, è del 18 giugno scorso quando fu aggredito un passante anche lui raggiunto con un pugno in faccia. Da qui per il gip l'esigenza di una misura cautelare considerato sia il pericolo di recidiva sia quello di mantenere genuine le prove
da acquisire "in particolare quelle di natura dichiarativa che dovranno e potranno essere individuate nell'immediato prosieguo delle indagini" .
Nel provvedimento si legge che Burtone, dopo aver apostrofato Maricica 'ma al Paese tuo non la fai la fila?', le avrebbe sputato addosso per poi colpirla "con un violento pugno diretto al capo e quindi allontanarsi dal luogo dove era la donna priva di sensi, per terra, non prima di aver raccolto i suoi effetti e, successivamente, apostrofandola subito dopo l'aggressione".
Il gip Di Lorenzo interrogherà mercoledì prossimo Burtone nel carcere di Regina Coeli.
Burtone: ho paura del carcere - "Ho paura del carcere. Sono addolorato, ma ancor di più per la morte della donna. Non mi aspettavo tutto questo". Queste le parole di Alessio prima di essere arrestato e portato dai carabinieri a Regina Coeli. A riferirle Fabrizio Gallo, legale del giovane. il 20enne romano, dopo essere stato ammanettato è stato abbracciato dai familiari in lacrime. "Ti staremo vicino", gli ha detto la madre prima che scendesse dall'appartamento. Il padre l'ha abbracciato piangendo a dirotto e al momento dei saluti si è ritirato nella sua camera da letto.
Scortato da quattro carabinieri Alessio Burtone ha poi lasciato la sua abitazione alla volta di Regina Coeli. Con il volto coperto dal cappuccio della felpa, il 20enne che l'8 ottobre scorso ha colpito con un pugno in faccia la 32enne Maricica Hahaianu, deceduta venerdì sera al Policlinico Casilino, è salito sull'auto dell'arma mentre da una piccola folla raccoltasi sotto il suo palazzo si levavano grida "Alessio libero", applausi e invettive all'indirizzo dei carabinieri. Numerose anche le voci favorevoli all'arresto.
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da acquisire "in particolare quelle di natura dichiarativa che dovranno e potranno essere individuate nell'immediato prosieguo delle indagini" .
Nel provvedimento si legge che Burtone, dopo aver apostrofato Maricica 'ma al Paese tuo non la fai la fila?', le avrebbe sputato addosso per poi colpirla "con un violento pugno diretto al capo e quindi allontanarsi dal luogo dove era la donna priva di sensi, per terra, non prima di aver raccolto i suoi effetti e, successivamente, apostrofandola subito dopo l'aggressione".
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