Sarah Scazzi, 12 minuti per scomparire nel nulla
CronacaAlle 14.30 del 26 agosto la 15enne di Avetrana esce di casa per raggiungere l’abitazione della cugina Sabrina Misseri che l’aspettava per andare al mare. Alle 14.42 spegne il cellulare. Lo stesso telefonino che darà poi la svolta alle indagini
SARAH SCAZZI: LE FOTO
E' racchiusa in 12 minuti la vicenda della scomparsa di Sarah Scazzi, avvenuta il 26 agosto scorso ad Avetrana, un centro di settemila anime a pochissimi chilometri dal litorale ionico tarantino. Della quindicenne si hanno notizie certe fino alle 14.30, quando Sara esce da casa per raggiungere l'abitazione della cugina, Sabrina Misseri, di 22 anni, che l'aspetta per andare al mare. Le tracce si perdono definitivamente alle 14.42, quando il cellulare di Sara viene spento e non sarà mai più riacceso. La mamma della giovane ha sempre pensato e detto che Sara era stata rapita. La quindicenne è stata cercata in questi giorni anche nelle cave, nei casolari, nei canali e nei pozzi. Il teste-chiave di questa storia è sempre stata Sabrina Misseri, a casa della quale Sara praticamente viveva. Sara e Sabrina erano amiche per la pelle.
La ricostruzione dei fatti è stata confermata dai riscontri ottenuti dai militari attraverso i tabulati e le celle telefoniche. Sara esce da casa alle 14.30. Non ha credito sul cellulare e, come'è sua abitudine, fa uno squillo convenzionale sul telefonino della cugina per dirle che sta arrivando. Da via Verdi (vico secondo), dove abita Sara, a via Grazia Deledda, dove vive Sabrina, occorre camminare per 5-600 metri. Bisogna percorrere un serpentone di strade, deserte per la calura estiva, alla periferia della città. Dopo aver ricevuto lo squillo alle 14.30, Sabrina alle 14.35 viene raggiunta sotto casa sua dall'amica Mariangela che guida l'auto con la quale le tre ragazze devono raggiungere il mare, il 'Villaggio Aurora' che si trova sulla strada per la vicina San Pietro in Bevagna. Sabrina vede che Sara non arriva e chiede all'amica se l'ha incontrata per strada. "Non ho visto nessuno", le risponde Mariangela. Sabrina si preoccupa subito perché Sara solitamente impiega cinque minuti per arrivare a casa sua. Afferra il cellulare e chiama la cuginetta. Il telefono squilla per cinque-sei volte, poi la chiamata viene respinta e scatta la segreteria telefonica. Sabrina non si dà per vinta. Ricompone il numero ma questa volta il cellulare di Sara è spento. Sono le 14.42.
A quei dodici minuti seguono 40 giorni fatti di ricerche, ad Avetrana ma soprattutto su Internet, su quei profili di Facebook che tanto sono stati scandagliati. Attese, speranze e sospetti interrotti nella tarda serata del 6 ottobre quando, in diretta tv, la madre di Sarah apprende che lo zio ha confessato l’omicidio e indicato il posto dove ha nascosto il corpo.
Tutti i video sulla morte di Sara Scazzi
E' racchiusa in 12 minuti la vicenda della scomparsa di Sarah Scazzi, avvenuta il 26 agosto scorso ad Avetrana, un centro di settemila anime a pochissimi chilometri dal litorale ionico tarantino. Della quindicenne si hanno notizie certe fino alle 14.30, quando Sara esce da casa per raggiungere l'abitazione della cugina, Sabrina Misseri, di 22 anni, che l'aspetta per andare al mare. Le tracce si perdono definitivamente alle 14.42, quando il cellulare di Sara viene spento e non sarà mai più riacceso. La mamma della giovane ha sempre pensato e detto che Sara era stata rapita. La quindicenne è stata cercata in questi giorni anche nelle cave, nei casolari, nei canali e nei pozzi. Il teste-chiave di questa storia è sempre stata Sabrina Misseri, a casa della quale Sara praticamente viveva. Sara e Sabrina erano amiche per la pelle.
La ricostruzione dei fatti è stata confermata dai riscontri ottenuti dai militari attraverso i tabulati e le celle telefoniche. Sara esce da casa alle 14.30. Non ha credito sul cellulare e, come'è sua abitudine, fa uno squillo convenzionale sul telefonino della cugina per dirle che sta arrivando. Da via Verdi (vico secondo), dove abita Sara, a via Grazia Deledda, dove vive Sabrina, occorre camminare per 5-600 metri. Bisogna percorrere un serpentone di strade, deserte per la calura estiva, alla periferia della città. Dopo aver ricevuto lo squillo alle 14.30, Sabrina alle 14.35 viene raggiunta sotto casa sua dall'amica Mariangela che guida l'auto con la quale le tre ragazze devono raggiungere il mare, il 'Villaggio Aurora' che si trova sulla strada per la vicina San Pietro in Bevagna. Sabrina vede che Sara non arriva e chiede all'amica se l'ha incontrata per strada. "Non ho visto nessuno", le risponde Mariangela. Sabrina si preoccupa subito perché Sara solitamente impiega cinque minuti per arrivare a casa sua. Afferra il cellulare e chiama la cuginetta. Il telefono squilla per cinque-sei volte, poi la chiamata viene respinta e scatta la segreteria telefonica. Sabrina non si dà per vinta. Ricompone il numero ma questa volta il cellulare di Sara è spento. Sono le 14.42.
A quei dodici minuti seguono 40 giorni fatti di ricerche, ad Avetrana ma soprattutto su Internet, su quei profili di Facebook che tanto sono stati scandagliati. Attese, speranze e sospetti interrotti nella tarda serata del 6 ottobre quando, in diretta tv, la madre di Sarah apprende che lo zio ha confessato l’omicidio e indicato il posto dove ha nascosto il corpo.
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