Adescamento on line: tante vittime e nessun reato

Cronaca
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Il 10% dei minori che frequentano le chat e i social network è stato avvicinato da un pedofilo. Le più a rischio sono le ragazzine delle scuole medie. E manca ancora una legge per fermare “l’orco” prima che sia troppo tardi

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Come difendersi da un pedofilo on line: INTERVIENI NEL FORUM

di Chiara Ribichini

Non è ancora un reato ma è la cosa più pericolosa che possa capitare a un figlio. Si chiama adescamento on line (o grooming) ed è il tentativo di un pedofilo di avvicinare un minore in rete. Avvicinarlo per parlare di sesso, ottenere foto e video e arrivare gradualmente all’obiettivo: l’abuso. E per chi frequenta le chat e i social network il rischio di incontrare un “orco” è alto e insidioso. Un dato certo non c’è, ma si può ipotizzare che possa capitare al 10% dei minori in rete. “E’ un numero verosimile ma potrebbe anche essere superiore” sostiene il direttore della II Divisione della Polizia Postale e delle Comunicazioni Diego Buso. “La nostra percezione è che il pericolo c’è ed è tangibile ma non ci sono numeri che possono essere registrati perché non sono per forza legati a un reato”.

L’adescamento on line, infatti, non ha ancora una sanzione normativa. “Lo scorso gennaio la Camera ha dato il via libera alla ratifica della Convenzione di Lanzarote siglata il 25 ottobre del 2007, introducendo il reato di grooming, ma il testo è in attesa di arrivare in Senato. Allo stato attuale, se il minore non viene indotto alla masturbazione, a produrre materiale pedopornografico, se non viene portato fuori dalla rete, nel mondo reale nella realtà e violentato non c’è necessariamente un reato” spiega Buso.

Dai dati della Polizia Postale e delle Comunicazioni emerge come l’adescamento on line sia un fenomeno in forte espansione. Negli ultimi anni sono sempre di più infatti i pedofili, abituati ad usare la rete solo per scambiare materiale pedopornografico, che hanno iniziato ad utilizzare il web anche per avere contatti con i minori. Dal 2000 al 2007 si è passati dal 10 al 21%. Gli “adescatori” sono soprattutto uomini tra i 30 e i 40 anni, esperti del web e delle nuove tecnologie. Ma “più aumenta la diffusione di Internet e più c’è un coinvolgimento trasversale di tutte le fasce d’età” avvertono al Centro nazionale di Contrasto della pedopornografia on line (C.N.C.P.O.).

A correre il maggior rischio di un adescamento sono le minorenni che frequentano le scuole medie o il primo anno delle superiori. Tra gli 11 e i 15 anni, con una tendenza all’abbassamento. Colpa della curiosità femminile, dell’ingenuità, ma in parte anche del modo in cui gestiscono la loro “vita virtuale”. “Negli ultimi anni è emerso come sempre più spesso ragazzine in età preadolescenziale utilizzino pagine di social network per proporsi in modo provocante e allusivo di una disponibilità sentimentale ed erotica a coetanei ed adulti. Un fenomeno che costituisce una nuova frontiera di impegno delle azioni di prevenzione e repressione dello sfruttamento sessuale di minori a mezzo internet” spiega la responsabile dell’Area Criminologica del Centro nazionale di Contrasto della pedopornografia on line (C.N.C.P.O.) Cristina Bonucchi. La percentuale del rischio di incontrare un pedofilo on line aumenta, infine, in proporzione al tempo che i minori trascorrono sui social network e nelle chat e all’imprudenza con cui si naviga.

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