La Svizzera contro gli italiani: "Ci portano via il lavoro"
CronacaMentre nel nostro paese si parla di Rom e delle battutacce di Bossi su Roma, in Canton Ticino è partita una campagna razzista contro i frontalieri. Che prende di mira anche il ministro Tremonti, raffigurato come un ratto…
La Svizzera contro gli italiani. Mentre nel nostro paese si cerca di fronteggiare il problema legato ai Rom (il ministro Maroni ieri ha parlato di espulsioni per chi non è in regola) e le battutacce su Roma di Umberto Bossi, in Canton Ticino è partita invece una campagna-choc antifrontalieri. Iniziata su Facebook, con tanto di immagini con tre topi che rappresentano un piastrellista italiano, un poco raccomandabile simil-ladro romeno e il ministro Giulio Tremonti, la campagna è poi proseguita con un sito internet ad hoc e una serie di manifesti affissi per le strade.
“Noi ticinesi guadagniamo bene, però paghiamo troppe tasse – recita un messaggio che appare sul sito balairatt.ch, che poi prosegue attaccando il ministro dell’Economia – Poi ci si mette l’Italia, con quel paladino delle cause perse del ministro Tremonti che, ogni volta che non sa come raschiare il fondo del barile, fa volteggiare lo scudo fiscale e randella i suoi concittadini che hanno l’unica colpa di voler mettere al sicuro i propri soldi, affidandosi a servizi bancari efficienti e professionali”.
Il sito va giù duro anche con i frontalieri: “Stiamo arrivando a quota 45.000 frontalieri, un quarto della forza lavoro in Ticino. Significa che tutti i ticinesi potrebbero lavorare, ma non possono farlo perché muratori, operai, camerieri, impiegati, infermieri, ricercatori, professori dalla vicina Italia, sottopagati e comunque ben contenti di portarsi a casa stipendi che al loro paesello nemmeno si sognano (adesso poi che l’euro è in caduta libera…) gli portano via il posto da sotto il naso".
Il segretario nazionale dei lavoratori frontalieri della Cgil, Claudio Pozzetti, punta il dito contro Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi. "Ho incontrato Bignasca all'Infedele di Gad Lerner in una puntata sull'evasione fiscale - ha ricordato il sindacalista - e i frontalieri erano un corollario della trasmissione. In sintesi lui ha detto che se non si smetteva di attaccare la Svizzera, riferendosi al sistema bancario, la ritorsione sarebbe stata nei confronti di chi va a lavorare lì. E puntualmente ora viene fuori una campagna, una vergogna e una mascalzonata, che segue tutta una serie di altre iniziative".
Ma Bignasca non ci sta: "Noi non c'entriamo, al momento non siamo per un inasprimento della legislazione sui frontalieri. Per ora va bene così. Ma se la disoccupazione dovesse salire dall'attuale 4,5% al 7% allora anche loro dovranno soffrire perché la crisi dovrà essere per tutti".
“Noi ticinesi guadagniamo bene, però paghiamo troppe tasse – recita un messaggio che appare sul sito balairatt.ch, che poi prosegue attaccando il ministro dell’Economia – Poi ci si mette l’Italia, con quel paladino delle cause perse del ministro Tremonti che, ogni volta che non sa come raschiare il fondo del barile, fa volteggiare lo scudo fiscale e randella i suoi concittadini che hanno l’unica colpa di voler mettere al sicuro i propri soldi, affidandosi a servizi bancari efficienti e professionali”.
Il sito va giù duro anche con i frontalieri: “Stiamo arrivando a quota 45.000 frontalieri, un quarto della forza lavoro in Ticino. Significa che tutti i ticinesi potrebbero lavorare, ma non possono farlo perché muratori, operai, camerieri, impiegati, infermieri, ricercatori, professori dalla vicina Italia, sottopagati e comunque ben contenti di portarsi a casa stipendi che al loro paesello nemmeno si sognano (adesso poi che l’euro è in caduta libera…) gli portano via il posto da sotto il naso".
Il segretario nazionale dei lavoratori frontalieri della Cgil, Claudio Pozzetti, punta il dito contro Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi. "Ho incontrato Bignasca all'Infedele di Gad Lerner in una puntata sull'evasione fiscale - ha ricordato il sindacalista - e i frontalieri erano un corollario della trasmissione. In sintesi lui ha detto che se non si smetteva di attaccare la Svizzera, riferendosi al sistema bancario, la ritorsione sarebbe stata nei confronti di chi va a lavorare lì. E puntualmente ora viene fuori una campagna, una vergogna e una mascalzonata, che segue tutta una serie di altre iniziative".
Ma Bignasca non ci sta: "Noi non c'entriamo, al momento non siamo per un inasprimento della legislazione sui frontalieri. Per ora va bene così. Ma se la disoccupazione dovesse salire dall'attuale 4,5% al 7% allora anche loro dovranno soffrire perché la crisi dovrà essere per tutti".