Spaccio di eroina, 35 arresti a Pistoia

Cronaca
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Secondo quanto emerso dall'indagine condotta dalle forze dell'ordine questa droga sarebbe diffusa anche tra ragazzi di 15 e 16 anni che possono comprare una dose anche a soli 20 euro

C'è anche una coppia di coniugi albanesi che avrebbe impiegato i due figli di 14 e 16 anni per le consegne di eroina, soprattutto a loro coetanei, tra le persone arrestate in un'operazione antidroga della polizia di Pistoia, denominata Mangiafuoco. In totale sono 35 le persone finite in carcere: 21 per misure cautelari eseguite stamani, altre 14 arrestate nel corso delle indagini. Denunciati anche tre minori. Sequestrato inoltre un chilo di eroina.

Come spiega la polizia in una nota, l'indagine - condotta dalla squadra mobile di Pistoia diretta da Antonio Fusco e coordinata dal pm Luigi Boccia - ha portato all'individuazione di una rete di spaccio di eroina a Pistoia e Montecatini Terme, alimentata da albanesi. Ma tra gli arrestati ci sono anche italiani e tunisini. L'operazione ha preso il via nel marzo 2009, in seguito a sequestri di droga a minorenni e, si spiega ancora, avrebbe confermato "segnali di una preoccupante diffusione dell'eroina tra ragazzi di 15 e 16 anni, dovuta anche al basso prezzo di vendita (20 euro alla dose) ed alla possibilità di fumarla evitando l'ostacolo psicologico del buco".
Nel corso dell'inchiesta monitorate, anche con riprese, centinaia di cessioni di eroina ed identificati circa 80 consumatori, una decina dei quali minorenni.

Riguardo alla coppia albanese, residente a Pistoia, la polizia le attribuisce decine di cessioni di eroina al giorno, con ordinativi che riceveva a casa. In particolare il padre avrebbe comprato la droga da far vendere ai figli, soprattutto tra i loro coetanei, e la madre avrebbe fatto da vedetta al balcone, per segnalare la presenza di forze dell'ordine, quando arrivavano gli acquirenti. Tra l'altro il padre, arrestato un anno fa perché trovato in possesso di 50 grammi di eroina, in quell'occasione avrebbe cercato di difendersi sostenendo che il vero proprietario della droga era uno dei figli.

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