Lo dice il 'Rapporto Ossigeno' presentato in occasione del 25esimo anniversario di Giancarlo Siani cronista ucciso dalla camorra a 26 anni. Il doppio degli episodi rispetto al biennio 2006-2008
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Sono 400 i giornalisti italiani coinvolti nel 2009-2010 in minacce e intimidazioni per la pubblicazione di notizie sulla mafia, sul terrorismo o su episodi di estremismo politico: il doppio del triennio 2006-2008. E' la stima contenuta nel Rapporto 2010 di Ossigeno, l'osservatorio sui cronisti sotto scorta e sulle notizie oscurate in Italia con la violenza, promosso da Federazione nazionale della stampa e Ordine nazionale dei giornalisti insieme con Libera informazione, Unione nazionale cronisti italiani e Articolo 21.
Il rapporto - il secondo dopo quello consegnato il 20 luglio 2009 al Quirinale al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e relativo al periodo 2006-2008 - viene presentato a Napoli, nella sede del Mattino, nell'ambito delle iniziative per il premio Giancarlo Siani, alla presenza di Alberto Spampinato, direttore dell'Osservatorio, Roberto Natale, presidente della Fnsi, Lirio Abbate, Arnaldo Capezzuto, Rosaria Capacchione. Coordina il direttore del Mattino Virman Cusenza.
Secondo le stime di Ossigeno, sono 68 in totale i casi di minacce e intimidazioni denunciati (53 nel periodo gennaio 2009-marzo 2010, monitorato dal rapporto, più 15 dopo la chiusura dell'indagine), contro i 61 del rapporto precedente; 43 quelli di intimidazioni individuali (erano 52), 24 le minacce collettive (erano 9 nel 2006-2008); 13 le aggressioni fisiche (16 nel rapporto precedente), 10 i danneggiamenti (contro gli 8 del biennio 2006-2008).
Quanto alla modalità delle minacce, 28 sono state perpetrate via lettera e telefono (erano 17 nel rapporto precedente), 2 via web, 14 per via giudiziaria (contro le 15 del biennio 2006-2008). Infine la distribuzione territoriale: la maggior parte dei casi è stata registrata in Calabria; seguono Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia, Puglia, Basilicata, Piemonte ed Emilia Romagna.
"I casi denunciati - spiega Alberto Spampinato, consigliere nazionale Fnsi e direttore del progetto - sono la minima parte, come ha rilevato anche il Rapporto biennale dell'Unesco sui giornalisti uccisi o minacciati nel mondo. Sono raddoppiati rispetto al nostro precedente rapporto, forse anche perche' oggi c'e' piu' coraggio, spazio per le denunce". Essenziale e' "fornire una valida tutela legale dei giornalisti", questione che, secondo Spampinato, "chiama in causa tutti coloro che hanno a cuore la liberta' di informazione e riconduce alla questione della riforma della legislazione sulla diffamazione e di una legislazione esplicita per affermare e tutelare il diritto di cronaca".
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Quanto alla modalità delle minacce, 28 sono state perpetrate via lettera e telefono (erano 17 nel rapporto precedente), 2 via web, 14 per via giudiziaria (contro le 15 del biennio 2006-2008). Infine la distribuzione territoriale: la maggior parte dei casi è stata registrata in Calabria; seguono Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia, Puglia, Basilicata, Piemonte ed Emilia Romagna.
"I casi denunciati - spiega Alberto Spampinato, consigliere nazionale Fnsi e direttore del progetto - sono la minima parte, come ha rilevato anche il Rapporto biennale dell'Unesco sui giornalisti uccisi o minacciati nel mondo. Sono raddoppiati rispetto al nostro precedente rapporto, forse anche perche' oggi c'e' piu' coraggio, spazio per le denunce". Essenziale e' "fornire una valida tutela legale dei giornalisti", questione che, secondo Spampinato, "chiama in causa tutti coloro che hanno a cuore la liberta' di informazione e riconduce alla questione della riforma della legislazione sulla diffamazione e di una legislazione esplicita per affermare e tutelare il diritto di cronaca".