Nato a Cuneo il 28 agosto 1920, l'ex partigiano di Giustizia e Libertà guarda senza rimpianti al suo passato: "Ho fatto il giornalista perché era l'unica cosa che pensavo di saper fare". Sulla politica italiana: "Mai un periodo così deprimente"
Giorgio Bocca, decano del giornalismo italiano, compie 90 anni. Nato a Cuneo il 28 agosto 1920, l'ex partigiano di Giustizia e Libertà guarda senza rimpianti al suo passato. E nell'intervista rilasciata a Sky TG24 spiega che se ha fatto il giornalista è stato perché era l'unica cosa che pensava di saper fare. Ai giovani che vogliono intraprendere questa strada dice soltanto: "Se uno è curioso del mondo allora fa il giornalista". Nell'intervista non manca un riferimento all'attualità e in particolare alla politica italiana: "Nel nostro paese non c'è mai stato un periodo più deprimente, ma di Fini si era capito dall'inizio che non sarebbe stato il servitore di Berlusconi".
Da Giustizia e Libertà a La Repubblica - Dopo la lotta partigiana, Giorgio Bocca iniziò l'attività giornalistica, scrivendo per il giornale di Giustizia e Libertà. Dopo la guerra lavorò per la "Gazzetta del Popolo", quindi per "L'Europeo" e "Il Giorno". Negli anni Sessanta si è affermato come inviato speciale con inchieste sulla realtà italiana in profondo cambiamento in seguito al boom economico. Nel 1976 fu tra i fondatori del quotidiano "La Repubblica", con cui da allora collabora ininterrottamente. E' editorialista del settimanale "L'Espresso", dove firma la storica rubrica "L'antitaliano". Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali nel 2008 il Premio Ilaria Alpi alla carriera.
Da Giustizia e Libertà a La Repubblica - Dopo la lotta partigiana, Giorgio Bocca iniziò l'attività giornalistica, scrivendo per il giornale di Giustizia e Libertà. Dopo la guerra lavorò per la "Gazzetta del Popolo", quindi per "L'Europeo" e "Il Giorno". Negli anni Sessanta si è affermato come inviato speciale con inchieste sulla realtà italiana in profondo cambiamento in seguito al boom economico. Nel 1976 fu tra i fondatori del quotidiano "La Repubblica", con cui da allora collabora ininterrottamente. E' editorialista del settimanale "L'Espresso", dove firma la storica rubrica "L'antitaliano". Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali nel 2008 il Premio Ilaria Alpi alla carriera.