Irruzione di circa 500 tifosi dell'Atalanta al Berghem Fest dove parlava il ministro. Quattro auto incendiate, un poliziotto ferito e 5 fermati il bilancio degli scontri
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Guerriglia ultras contro il ministro Maroni. In circa 500 si sono presentati alla 'Berghem fest' di Alzano lombardo, nel bergamasco, per dire 'no' alla tessera del tifoso, voluta dal ministro dell'Interno, che alla kermesse leghista parlava con i colleghi Roberto Calderoli e Giulio Tremonti.
La protesta è esplosa in manierea violenta: gli ultras hanno fatto irruzione alla festa e interrotto l'intervento del ministro lanciando petardi, fumogeni e dando fuoco a auto delle forze dell'ordine parcheggiate all'esterno.
"Questi non sono i tifosi, io con i violenti non parlo - ha detto il titolare del Viminale - io parlo con i tifosi veri". Netta condanna anche dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, bergamasco e atalantino: "Sono atalantino e ho passione per gli ultras, per il loro entusiasmo, ma non posso accettare che l'immagine di Bergamo sia svenduta da degli imbecilli che prima dell'inizio della partita vanno ad attaccare la polizia e i tifosi esterni".
Nel corso degli scontri, proseguiti anche lungo le strade adiacenti ai capannoni della festa, diverse auto sono state incendiate, un ispettore della Digos è rimasto ferito a una gamba da una bomba carta e altri due agenti della polizia locale sono rimasti leggermente intossicati dal fumo delle auto bruciate.
Il questore di Bergamo Matteo Turillo ha parlato di un vero e proprio "attacco dei tifosi alle forze dell'ordine". Sul fronte delle indagini, la polizia sta lavorando per identificare i responsabili dei tafferugli, alcuni dei quali sarebbero già noti alle forze dell'ordine. Cinque supporter dell'Atalanta sono stati fermati già alla fine dei disordini. "Saranno puniti duramente: si scordino di entrare allo stadio per molto tempo", ha detto Maroni. "Chi tira molotov è un terrorista", ha rincarato Calderoli.
Domenica l'esordio della tessera del tifoso.
Guerriglia ultras contro il ministro Maroni. In circa 500 si sono presentati alla 'Berghem fest' di Alzano lombardo, nel bergamasco, per dire 'no' alla tessera del tifoso, voluta dal ministro dell'Interno, che alla kermesse leghista parlava con i colleghi Roberto Calderoli e Giulio Tremonti.
La protesta è esplosa in manierea violenta: gli ultras hanno fatto irruzione alla festa e interrotto l'intervento del ministro lanciando petardi, fumogeni e dando fuoco a auto delle forze dell'ordine parcheggiate all'esterno.
"Questi non sono i tifosi, io con i violenti non parlo - ha detto il titolare del Viminale - io parlo con i tifosi veri". Netta condanna anche dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, bergamasco e atalantino: "Sono atalantino e ho passione per gli ultras, per il loro entusiasmo, ma non posso accettare che l'immagine di Bergamo sia svenduta da degli imbecilli che prima dell'inizio della partita vanno ad attaccare la polizia e i tifosi esterni".
Nel corso degli scontri, proseguiti anche lungo le strade adiacenti ai capannoni della festa, diverse auto sono state incendiate, un ispettore della Digos è rimasto ferito a una gamba da una bomba carta e altri due agenti della polizia locale sono rimasti leggermente intossicati dal fumo delle auto bruciate.
Il questore di Bergamo Matteo Turillo ha parlato di un vero e proprio "attacco dei tifosi alle forze dell'ordine". Sul fronte delle indagini, la polizia sta lavorando per identificare i responsabili dei tafferugli, alcuni dei quali sarebbero già noti alle forze dell'ordine. Cinque supporter dell'Atalanta sono stati fermati già alla fine dei disordini. "Saranno puniti duramente: si scordino di entrare allo stadio per molto tempo", ha detto Maroni. "Chi tira molotov è un terrorista", ha rincarato Calderoli.
Domenica l'esordio della tessera del tifoso.