Gli aquilani chiedono 22,5 milioni di danni allo Stato

Cronaca
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Le famiglie delle vittime del sisma hanno deciso di chiedere un risarcimento alla Presidenza del Consiglio, in particolare per i messaggi rassicuranti dati dalla Commissione Grandi Rischi alla popolazione qualche giorno prima della scossa

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Risarcimento danni -
Una trentina di famiglie delle vittime del sisma dell'Aquila ha avanzato richieste di risarcimento danni per complessivi 22 milioni e mezzo di euro alla Presidenza del Consiglio dei ministri: l'atto di citazione per responsabilità civile è stato presentato presso il Tribunale civile dell'Aquila dagli avvocati del foro aquilano Maria Teresa di Rocco e Silvia Catalucci.
L'iniziativa legale si basa sulle risultanze del lavoro della Commissione Grandi Rischi riunita all'Aquila il 31 marzo 2009, a cinque giorni dalla tragica scossa, in particolare in riferimento ai messaggi rassicuranti lanciati dai protagonisti di quel summit alla popolazione aquilana che era alla prese con uno sciame sismico da alcuni mesi.
Il risarcimento in sede civile è stato inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, perché la Commissione Grandi Rischi è organo consultivo della stessa. La richiesta potrebbe innescare altre azioni da parte delle altre famiglie che hanno subito lutti o gravi danni fisici e psicologici.

Secondo l'avvocato aquilano che difende i famigliari delle vittime, qualora venisse ottenuto il risarcimento non sarà diviso in parti uguali. "La somma - sostiene il legale - sarà divisa tra i familiari delle vittime, non in parte uguali, ma in base ai danni subiti".
La Di Rocco non dice di piu' per ragioni di privacy, ma uno dei criteri potrebbe essere l'età che aveva la persona deceduta nei crolli.

L'inchiesta - Sulla Commissione Grandi Rischi c'è l'inchiesta della procura dell'Aquila che ha indagato e chiesto al Gup il rinvio a giudizio per sette persone che parteciparono a quel summit: l'udienza preliminare è stata fissata per il 10 dicembre prossimo.
L'ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo. Gli indagati sono Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce. Secondo la procura, dopo la riunione sarebbero state diramate informazioni, incomplete, imprecise e contraddittorie sul terremoto e sugli sviluppi dell'attivita' sismica all'Aquila.

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