Sul quotidiano diretto da Vittorio Feltri si parla del contratto con cui l’immobile sarebbe stato venduto per 300 mila euro da Alleanza nazionale a una società costituita 40 giorni prima. Critiche al “silenzio di Fini”. La rassegna stampa
Nuovo capitolo sulla casa di Montecarlo lasciata in eredità ad An che, secondo il Giornale, sarebbe finita nella disponibilità di alcuni parenti del presidente della Camera Gianfranco Fini. Dopo giorni di “attacchi” e all’indomani della querela annunciata da Fini nei confronti del quotidiano diretto da Vittorio Feltri, il giornale di proprietà della famiglia Berlusconi pubblica il contratto che “proverebbe la vendita dell’immobile per appena 300 mila euro, una cifra molto inferiore al valore di mercato”. Il contratto sarebbe stato stipulato tra Alleanza nazionale, rappresentata dal senatore Francesco Pontone, e “una società costituita 40 giorni prima dell’affaire a Santa Lucia, paese nella lista grigia dell’Ocse per rischio riciclaggio”. Nella casa oggi vi abiterebbe, in affitto, il giovane imprenditore Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna del presidente della Camera.
In un editoriale, il direttore del Giornale Vittorio Feltri attacca poi il presidente della Camera che “si fa paladino della libertà di stampa ma poi, invece di spiegare, querela”. Stessa critica rivolta dal direttore di Libero Maurizio Belpietro. Libero parla di un misterioso documento commissionato dal partito che avrebbe stabilito il valore dell’immobile: 255 mila euro. “Qualcosa non torna: il prezzo è simile a quello di un negozio acquistato negli stessi anni a Monterotondo”. Critica il silenzio di Fini anche il Secolo XIX, mentre il Corriere della Sera parla di una “casa pagata 300 mila euro” ma stimata più di un milione.
In un editoriale, il direttore del Giornale Vittorio Feltri attacca poi il presidente della Camera che “si fa paladino della libertà di stampa ma poi, invece di spiegare, querela”. Stessa critica rivolta dal direttore di Libero Maurizio Belpietro. Libero parla di un misterioso documento commissionato dal partito che avrebbe stabilito il valore dell’immobile: 255 mila euro. “Qualcosa non torna: il prezzo è simile a quello di un negozio acquistato negli stessi anni a Monterotondo”. Critica il silenzio di Fini anche il Secolo XIX, mentre il Corriere della Sera parla di una “casa pagata 300 mila euro” ma stimata più di un milione.