Dopo Verdini e Dell'Utri anche il sottosegretraio alla Giustizia finisce sotto inchiesta per la partecipazione a una presunta loggia segreta. Lui replica: vittima di un millantatore. Solidarietà dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro Alfano
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Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo è indagato dalla procura di Roma per violazione della legge Anselmi sulle società segrete. L'iscrizione è stata decisa dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Rodolfo Sabelli, titolari dell'indagine sulla cosiddetta P3, che è già costata il carcere a Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi. Con Denis Verdini e Marcello Dell'Utri Giacomo Caliendo è il terzo uomo di punta del Pdl, formalmente coinvolto nell'inchiesta.
In particolare gli inquirenti contestano a Caliendo la partecipazione a una cena, il 23 settembre dello scorso anno, in casa del coordinatore del Pdl Denis Verdini. Alla cena parteciparono anche Flavio Carboni, Arcangelo Martino, Pasquale Lombardi, il senatore Marcello Dell'Utri nonché i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. Secondo gli inquirenti, l'incontro conviviale fu organizzato per individuare le modalità d'intervento sul lodo Alfano. Tra le altre discussioni la nomina di Alfonso Marra a presidente della Corte d'Appello di Milano e l'ispezione ministeriale, mai avvenuta, da inviare contro il collegio della stessa Corte, che aveva respinto il ricorso contro l'esclusione dalle regionali della lista del presidente Roberto Formigoni.
Caliendo, come ha fatto più volte in passato quando ha indicato Lombardi come "millantatore", ripete che al pranzo a casa Denis Verdini, alla fine di settembre, lui rimase solo una mezz'ora e poi se ne andò per precedenti impegni in commissione Giustizia. "Solo successivamente - afferma - ho appreso che nel corso di quel pranzo si era parlato anche di questo (cioé del lodo, ndr). Tant'è che a tale proposito c'è la telefonata che Lombardi mi fece allegata all'ordinanza di custodia cautelare. Ma - ribadisce il sottosegretario alla Giustizia - io non ho mai parlato con giudici costituzionali del lodo né fatto elenchi di chi era favorevole o contrario".
Caliendo sarà ascoltato in Procura in qualità di indagato e verrà assistito dall'avvocato Paola Severino: "Ho dato mandato io all'avvocato stamani di andare in Procura per chiedere di essere ascoltato. Solo alle 16:17 l'avvocato Severino mi ha detto che risultavo iscritto nel registro degli indagati, senza però che le fosse detto con quale ipotesi di reato. Poi, dopo neanche un'ora, la notizia è comparsa sulle agenzie".
Nel tardo pomeriggio il sottosegretario alla Giustizia ha incontrato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier "in relazione all'indagine quest'oggi annunciata nei suoi confronti, gli ha espresso la più ampia solidarietà e, rinnovandogli piena fiducia, lo ha invitato a continuare a lavorare con l'impegno fin qui profuso". A renderlo noto un comunicato diffuso da Palazzo Chigi.
Tutti i video relativi all'inchiesta sulla P3
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Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo è indagato dalla procura di Roma per violazione della legge Anselmi sulle società segrete. L'iscrizione è stata decisa dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Rodolfo Sabelli, titolari dell'indagine sulla cosiddetta P3, che è già costata il carcere a Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi. Con Denis Verdini e Marcello Dell'Utri Giacomo Caliendo è il terzo uomo di punta del Pdl, formalmente coinvolto nell'inchiesta.
In particolare gli inquirenti contestano a Caliendo la partecipazione a una cena, il 23 settembre dello scorso anno, in casa del coordinatore del Pdl Denis Verdini. Alla cena parteciparono anche Flavio Carboni, Arcangelo Martino, Pasquale Lombardi, il senatore Marcello Dell'Utri nonché i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. Secondo gli inquirenti, l'incontro conviviale fu organizzato per individuare le modalità d'intervento sul lodo Alfano. Tra le altre discussioni la nomina di Alfonso Marra a presidente della Corte d'Appello di Milano e l'ispezione ministeriale, mai avvenuta, da inviare contro il collegio della stessa Corte, che aveva respinto il ricorso contro l'esclusione dalle regionali della lista del presidente Roberto Formigoni.
Caliendo, come ha fatto più volte in passato quando ha indicato Lombardi come "millantatore", ripete che al pranzo a casa Denis Verdini, alla fine di settembre, lui rimase solo una mezz'ora e poi se ne andò per precedenti impegni in commissione Giustizia. "Solo successivamente - afferma - ho appreso che nel corso di quel pranzo si era parlato anche di questo (cioé del lodo, ndr). Tant'è che a tale proposito c'è la telefonata che Lombardi mi fece allegata all'ordinanza di custodia cautelare. Ma - ribadisce il sottosegretario alla Giustizia - io non ho mai parlato con giudici costituzionali del lodo né fatto elenchi di chi era favorevole o contrario".
Caliendo sarà ascoltato in Procura in qualità di indagato e verrà assistito dall'avvocato Paola Severino: "Ho dato mandato io all'avvocato stamani di andare in Procura per chiedere di essere ascoltato. Solo alle 16:17 l'avvocato Severino mi ha detto che risultavo iscritto nel registro degli indagati, senza però che le fosse detto con quale ipotesi di reato. Poi, dopo neanche un'ora, la notizia è comparsa sulle agenzie".
Nel tardo pomeriggio il sottosegretario alla Giustizia ha incontrato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier "in relazione all'indagine quest'oggi annunciata nei suoi confronti, gli ha espresso la più ampia solidarietà e, rinnovandogli piena fiducia, lo ha invitato a continuare a lavorare con l'impegno fin qui profuso". A renderlo noto un comunicato diffuso da Palazzo Chigi.
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