Love Parade, l'italiana ferita: "Tragedia si poteva evitare"

Cronaca
La gente all'esterno del tunnel dove si è creata la ressa alla Love Parade (Ap)
DEU NRW Loveparade 2010

E’ sconvolta la ragazza di Torino che era a Duisburg insieme all’amica bresciana Giulia Minola, morta insieme ad altri 18 giovani. "Non so nemmeno quando l’ho persa di vista. Non si poteva andare né avanti né indietro, un inferno"

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C'è il comportamento della polizia, l'inadeguatezza dei soccorsi e, soprattutto, l'incapacità degli organizzatori ai primi posti della lista che Irina Di Vincenzo, la ragazza rimasta ferita a Duisburg dove era insieme all'amica Giulia Minola che è morta, sta mentalmente preparando per denunciare quanto accaduto alla Love Parade. Di sicuro Irina è certa "che questa tragedia poteva essere evitata, dirottando la gente verso il parco che era quasi vuoto".

"Giulia? Non so nemmeno io quando l'ho persa di vista. E' successo tutto in un minuto. C'era talmente tanto casino... un inferno". "E' stato un momento di panico collettivo. Non si poteva andare né avanti né indietro. Chi era dietro spingeva e davanti la strada era bloccata. Poi - racconta - la situazione è degenerata quando io e Giulia eravamo tra il secondo ed il terzo tunnel. C'erano delle scale che salivano sul tunnel e che servivano da sfogo. Ma polizia le ha chiuse".

"E' stato l'atteggiamento della polizia ad indignarmi. Erano quasi indifferenti. Molti - racconta - stavano nelle loro postazioni, senza mai muoversi. In giro ad aiutare non ne ho visti molti”. "La stessa cosa - aggiunge - si può dire per i soccorsi, che sicuramente erano troppo pochi per la gente che è stata male. Molti di noi sono stati salvati dai nostri compagni", racconta riferendosi ai giovani incontrati in quella festa diventata bolgia. A portarla in ospedale, tuttavia, racconta, èstata la polizia.

"Aver convogliato migliaia di persone in un vicolo cieco senza vie di fuga e claustrofobico èstato un gravissimo errore. Ma ancora più rave - dice Irina  - è stato non avervi posto rimedio, mentre si creavano le condizioni per la tragedia. Le persone si accumulavano eppure il flusso non è stato arrestato o diretto altrove".

"Voglio denunciare cosa è accaduto - dice ancora - perché gli organizzatori imparino la lezione. Una cosa simile era già accaduta a Berlino anni fa, ma la lezione non l'hanno imparata. Spero che sentendo le nostre voci queste cose non si ripetano". Poi si schermisce: "Non voglio parlare di me. Preferirei non ripetere i miei ricordi. Li ho già detti alla polizia. Volevo solo denunciare queste cose che hanno reso una tragedia quella che doveva essere una festa. Per rispetto alle vittime della strage la festa avrebbe dovuto cessare subito. Ma in quel momento non mi accorgevo certo che altrove si ballava ancora”.

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