Gay village, ferite due persone per lancio petardi

Cronaca
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Alla vigilia della sfilata romana dell'orgoglio sessuale c'è stato un tentativo d'aggressione nell'area utilizzata per la kermesse estiva. Se ne ignorano gli autori. Condanna da parte di Alemanno

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Fissato alle 16.30 del 3 luglio con partenza dalla Piramide, il Gay Pride 2010 di Roma reca lo stigma della difficoltà e della sofferenza. Dapprima le contestazioni al comitato organizzatore, che si sono tradotte nel boicottaggio della manifestazione da parte di varie associazioni omosessuali a partire dal "Circolo Mario Mieli". Nella notte, invece, un'ennesimo caso di violenza omofoba è venuto a contrassegnare la vigilia del Pride. Ignoti, infatti, hanno lanciato alcuni petardi nell'area del Gay village. Fortunatamente non ci sono state conseguenze gravi, anche se due persone hanno riportato ferite lievi.

Anna Chiara Marignoli, responsabile  della direzione artistica dell'evento, ha dichiarato: "La  cosa sconcertante è che qualcuno vuole rovinare la festa a tutte le  persone che affollano il Gay Village, un luogo pacifico di aggregazione e intrattenimento, che sta dimostrando di essere  patrimonio della città di Roma e della comunità gay e non solo". Le hanno fatto eco il presidente dell'Arcigay Paolo Patanè e l'ex parlamentare Vladimir Luxuria, che ha dichiarato: "La vita ci ha insegnato a superare le paure e nessun lancio di petardi potrà né intimidirci né rintanarci: continueremo a vivere per quello che siamo all'aperto sia per le strade, sia ai Pride sia al Gay village".

Parole di condanna sono giunte anche da parte del mondo politico a partire dal sindaco Gianni Alemanno, che ha dichiarato: "Esprimo la mia piena solidarietà agli organizzatori del Gay Village per il tentativo di aggressione di ieri sera. Roma è una città tollerante che ripudia la cultura della violenza, qualunque essa sia. Siamo impegnati a tutela della comunità gay così come di tutti i cittadini romani. Mi auguro che le forze dell'ordine facciano piena luce al più presto su quanto accaduto". Amarezza è stata espressa dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti, che ha invitato a riflettere sull'"ennesimo atto d'intolleranza" per dare "una risposta forte ed unitaria. Sono certo che le forze dell'ordine individueranno nel più breve tempo possibile gli autori di questo gesto vigliacco e inaccettabile. Roma avrà la forza di dire no a questa serie di episodi, che non vanno mai banalizzati".

Ma la notte del 2 luglio è stata caratterizzata da ulteriori atti denigratori nei riguardi degli omosessuali. Di fronte al Colosseo è stati infatti affisso uno striscione del movimento cattolico ultraconservatore Militia Christi, recante la scritta: "Gay Pride, diritti alla perversione". Inoltre sono stati coperti tutti i manifesti del Gay Pride, trasformando la scritta "Roma è gay" in "Roma per la famiglia". A renderlo noto è stato il comitato "Roma per la famiglia" che, sottovalutando il precipitato negativo del gesto sul già surriscaldato clima omofobo, ha commentato: "Si tratta di un'iniziativa goliardica ma carica di significato, per ribadire la contrarietà dei cittadini romani al riconoscimento dei matrimoni gay e all'adozione di figli da parte di coppie gay".

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