Cassazione: "Maltrattare moglie forte non è reato"

Cronaca
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E' polemica sulla sentenza della Suprema Corte, che ha annullato la condanna a 8 mesi per un uomo accusato di sopraffazioni e violenze nei confronti della coniuge. Dalla Carfagna alla Bindi le donne insorgono

Non si placa la polemica sulla sentenza 25138, emessa dalla Cassazione il 2 luglio. La Suprema Corte, infatti, ha annullato la condanna a 8 mesi di reclusione nei confronti di un marito accusato di aver maltrattato la moglie per tre anni. Dinanzi ai giudici del Palazzaccio il marito aggressivo ha sostenuto con successo che non si trattava di malvessazioni in quanto la moglie "non era per nulla intimorita" dal comportamento del coniuge, ma solo "scossa, esasperata, molto carica emotivamente. Si prospetta, dunque, uno sconcertante scenario: le mogli, che hanno un carattere "forte" e non si lasciano "intimorire" dal clima d'intimidazione, comprensivo di percosse, al quale le sottopone il marito, corrono adesso il rischio di vedere assolto il coniuge dal reato di maltrattamenti proprio per via della fermezza della loro forza d'animo.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Dalla maggioranza all'opposizione unanimità piena delle parlamentari contro la sentenza della Suprema Corte. A dare fuoco alle polveri è stata Alessandra Mussolini, che ha dichiarato: "Ancora una volta una sentenza della Cassazione riporta al buio medioevo la condizione delle donne. E' inaudito che non costituisca reato maltrattare una donna, che si dimostri forte e non intimorita. Queste sentenze hanno il solo effetto di vanificare le leggi, che faticosamente il Parlamento vara per garantire il rispetto del genere femminile". Per Rosy Bindi del Pd questo verdetto dimostra che "il maschilismo è duro a morire nella società come nelle aule dei tribunali e a maggior ragione dobbiamo continuare a difendere con la cultura della parità, con buone leggi e vere politiche di uguaglianza la dignità e i diritti delle donne".
Sconcerto è stato espresso dal ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, che ha dichiarato: "In un momento, in cui la violenza sulle donne affolla le cronache nere dei giornali, ricordandoci di come non si debba mai abbassare la guardia su uno dei crimini più odiosi che, soprattutto tra le mura domestiche, conta fin troppe vittime, non posso che dirmi amareggiata di fronte a  questo caso di vera e propria miopia da parte dei giudici della Cassazione". Parole dure, infine, anche da Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa: "E' una vergogna; ci aspettiamo da tutti i nostri parlamentari uomini, dai Ministri e dal Presidente del Consiglio una presa di posizione pubblica su una sentenza così grave".

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