L'Ente nazionale per l'aviazione civile stila la classifica dei 48 aeroporti del nostro Paese. Molte variazioni negative rispetto al 2008. Fiumicino si conferma primo per traffico passeggeri e movimenti. Agli ultimi posti Biella: in un anno 18 viaggiatori
di Valeria Valeriano
Molti segni negativi, solo una quindicina di più. L’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, diffonde i dati di traffico del 2009 dei 48 aeroporti italiani. Tante le variazioni negative rispetto all’anno precedente. Ad aprire la classifica è Fiumicino, primo sia per numero totale di passeggeri (più di 33 milioni) sia di movimenti (318 mila). Ma l’aeroporto romano registra un calo in entrambi gli ambiti: -4 e -6,5 percento rispetto al 2008. Seguono gli scali milanesi. Malpensa supera i 17 milioni di viaggiatori (-8,8%) e Linate gli 8 (-10,5%). A questo punto la graduatoria in base ai movimenti (decollo o atterraggio) si differenzia da quella in base ai passeggeri. Ai piedi del podio tra le strutture più frequentate si piazza Bergamo, l’unico tra i primi sette scali con una variazione positiva rispetto all’anno precedente (+10,5%). Orio al Serio, sfondando i 7 milioni di viaggiatori, ruba il posto a Venezia (-2,8%) che si deve accontentare della quinta piazza. Seguono Catania (-1,9%) e Napoli (-5,1%), gli ultimi aeroporti a raggiungere i 5 milioni di passeggeri.
Nella fascia intermedia, che va da 1 a 5 milioni di viaggiatori, si collocano sedici scali. Quelli col segno più sono nove: Bologna, Pisa, Cagliari, Bari, Treviso, Lamezia Terme, Alghero, Brindisi e Trapani. I 25 aeroporti che rimangono sono sotto il milione di passeggeri. Trieste guida questa fascia bassa con meno di 700 mila viaggiatori. Solo sette hanno una variazione positiva rispetto al 2008: Ancona, Pescara, Lampedusa, Cuneo, Perugia, Foggia (+131%, la migliore dell’elenco) e Siena. A chiudere la classifica sono Tortolì (dati non disponibili), Vicenza e Aosta (entrambi chiusi nel 2009). Subito sopra, al 45° posto, c’è Biella. In un anno l’aeroporto ha registrato nove movimenti e visto passare diciotto viaggiatori, dieci ad ottobre e otto a dicembre. "Veloce nelle operazioni di arrivo e partenza, riconsegna dei bagagli in tempi minimi, nessuna congestione", si legge sul sito. Lo scalo, come tutti gli altri, sta in piedi anche grazie a soldi pubblici ma i poliziotti, i vigili del fuoco e i controllori, ad esempio, lavorano in concreto solo poche ore all’anno. Situazione simile a quella di altri aeroporti. Taranto, per citarne uno, ha racimolato 365 passeggeri. Con il suo -87,4 percento rispetto al 2008 si aggiudica la variazione peggiore della graduatoria. Male anche Salerno (-78%), Crotone (-42,1%) e Forlì (-31,6%). Non se la passa bene neppure Brescia (-21,7%). Lo scalo, nato più di dieci anni fa con l’ambizione di fare concorrenza a quelli milanesi, è fermo al 31° posto della classifica Enac con meno di 200 mila viaggiatori. Deve fare i conti con Bergamo e Verona, troppo vicini e preferiti dalle compagnie aeree.
Tra le venti regioni, solo Molise e Basilicata non hanno scali. Per ora, perché ci sono progetti per realizzarne uno sulla piana di Cantalupo nel Sannio e far diventare Pisticci aeroporto civile. La Campania è il territorio che, per estensione ed utenza, ha meno strutture (due: Napoli e Salerno). Le regioni più coperte sono la Sicilia (Catania, Palermo, Trapani, Lampedusa, Pantelleria) e la Toscana (Pisa, Firenze, Grosseto, Elba, Siena). Seguono, con quattro scali, Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna e Puglia. Tre aeroporti ciascuno per Calabria e Piemonte, due per Liguria, Lazio e Toscana, uno per le sei regioni che rimangono.
In totale, nel 2009, i passeggeri negli scali italiani sono stati poco meno di 130 milioni. In calo del 2,3 percento rispetto al 2008. In discesa, del 5,9 percento, anche i movimenti aerei commerciali (trasporto di linea, charter e aerotaxi), largamente sotto il milione e mezzo. Il traffico nazionale si è concentrato su Fiumicino, Linate e Catania. Quello internazionale sempre sull’aeroporto romano, su Malpensa e su Bergamo. Lo scalo milanese è invece primo per il trasporto cargo (merce e posta). Con 344 mila tonnellate, precede Fiumicino (quasi 139 mila) e Bergamo (circa 85 mila). Malpensa ha anche il primato per i voli charter (più di un milione e mezzo di passeggeri), seguita da Fiumicino (970 mila) e Verona (959 mila). La leadership per gli aerotaxi spetta a Olbia (quasi 14 mila viaggiatori). Staccate ci sono Venezia (8 mila), Ancona e Firenze (entrambe poco sotto i 6 mila).
L’Italia nel 2008 occupava, tra i Paesi europei, il quinto posto per numero di passeggeri in transito nei suoi scali. Al primo c’era il Regno Unito, poi Germania, Francia e Spagna. L’aeroporto con più passeggeri era Londra-Heathrow (quasi 70 milioni). La classifica continuava con Parigi-Charles de Gaulle (poco più di 60 milioni), Francoforte-Meno (circa 53 milioni), Madrid-Barajas (50 milioni) e Amsterdam-Schiphol (più di 47 milioni). Sesta piazza per Roma Fiumicino (meno di 35 milioni), diciassettesima per Milano Malpensa (circa 19 milioni). Tenendo fermi i dati europei al 2008 ma aggiornando quelli italiani al 2009, la situazione è anche peggiore. Fiumicino, infatti, scenderebbe al nono posto. Milano al ventunesimo.
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Molti segni negativi, solo una quindicina di più. L’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile, diffonde i dati di traffico del 2009 dei 48 aeroporti italiani. Tante le variazioni negative rispetto all’anno precedente. Ad aprire la classifica è Fiumicino, primo sia per numero totale di passeggeri (più di 33 milioni) sia di movimenti (318 mila). Ma l’aeroporto romano registra un calo in entrambi gli ambiti: -4 e -6,5 percento rispetto al 2008. Seguono gli scali milanesi. Malpensa supera i 17 milioni di viaggiatori (-8,8%) e Linate gli 8 (-10,5%). A questo punto la graduatoria in base ai movimenti (decollo o atterraggio) si differenzia da quella in base ai passeggeri. Ai piedi del podio tra le strutture più frequentate si piazza Bergamo, l’unico tra i primi sette scali con una variazione positiva rispetto all’anno precedente (+10,5%). Orio al Serio, sfondando i 7 milioni di viaggiatori, ruba il posto a Venezia (-2,8%) che si deve accontentare della quinta piazza. Seguono Catania (-1,9%) e Napoli (-5,1%), gli ultimi aeroporti a raggiungere i 5 milioni di passeggeri.
Nella fascia intermedia, che va da 1 a 5 milioni di viaggiatori, si collocano sedici scali. Quelli col segno più sono nove: Bologna, Pisa, Cagliari, Bari, Treviso, Lamezia Terme, Alghero, Brindisi e Trapani. I 25 aeroporti che rimangono sono sotto il milione di passeggeri. Trieste guida questa fascia bassa con meno di 700 mila viaggiatori. Solo sette hanno una variazione positiva rispetto al 2008: Ancona, Pescara, Lampedusa, Cuneo, Perugia, Foggia (+131%, la migliore dell’elenco) e Siena. A chiudere la classifica sono Tortolì (dati non disponibili), Vicenza e Aosta (entrambi chiusi nel 2009). Subito sopra, al 45° posto, c’è Biella. In un anno l’aeroporto ha registrato nove movimenti e visto passare diciotto viaggiatori, dieci ad ottobre e otto a dicembre. "Veloce nelle operazioni di arrivo e partenza, riconsegna dei bagagli in tempi minimi, nessuna congestione", si legge sul sito. Lo scalo, come tutti gli altri, sta in piedi anche grazie a soldi pubblici ma i poliziotti, i vigili del fuoco e i controllori, ad esempio, lavorano in concreto solo poche ore all’anno. Situazione simile a quella di altri aeroporti. Taranto, per citarne uno, ha racimolato 365 passeggeri. Con il suo -87,4 percento rispetto al 2008 si aggiudica la variazione peggiore della graduatoria. Male anche Salerno (-78%), Crotone (-42,1%) e Forlì (-31,6%). Non se la passa bene neppure Brescia (-21,7%). Lo scalo, nato più di dieci anni fa con l’ambizione di fare concorrenza a quelli milanesi, è fermo al 31° posto della classifica Enac con meno di 200 mila viaggiatori. Deve fare i conti con Bergamo e Verona, troppo vicini e preferiti dalle compagnie aeree.
Tra le venti regioni, solo Molise e Basilicata non hanno scali. Per ora, perché ci sono progetti per realizzarne uno sulla piana di Cantalupo nel Sannio e far diventare Pisticci aeroporto civile. La Campania è il territorio che, per estensione ed utenza, ha meno strutture (due: Napoli e Salerno). Le regioni più coperte sono la Sicilia (Catania, Palermo, Trapani, Lampedusa, Pantelleria) e la Toscana (Pisa, Firenze, Grosseto, Elba, Siena). Seguono, con quattro scali, Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna e Puglia. Tre aeroporti ciascuno per Calabria e Piemonte, due per Liguria, Lazio e Toscana, uno per le sei regioni che rimangono.
In totale, nel 2009, i passeggeri negli scali italiani sono stati poco meno di 130 milioni. In calo del 2,3 percento rispetto al 2008. In discesa, del 5,9 percento, anche i movimenti aerei commerciali (trasporto di linea, charter e aerotaxi), largamente sotto il milione e mezzo. Il traffico nazionale si è concentrato su Fiumicino, Linate e Catania. Quello internazionale sempre sull’aeroporto romano, su Malpensa e su Bergamo. Lo scalo milanese è invece primo per il trasporto cargo (merce e posta). Con 344 mila tonnellate, precede Fiumicino (quasi 139 mila) e Bergamo (circa 85 mila). Malpensa ha anche il primato per i voli charter (più di un milione e mezzo di passeggeri), seguita da Fiumicino (970 mila) e Verona (959 mila). La leadership per gli aerotaxi spetta a Olbia (quasi 14 mila viaggiatori). Staccate ci sono Venezia (8 mila), Ancona e Firenze (entrambe poco sotto i 6 mila).
L’Italia nel 2008 occupava, tra i Paesi europei, il quinto posto per numero di passeggeri in transito nei suoi scali. Al primo c’era il Regno Unito, poi Germania, Francia e Spagna. L’aeroporto con più passeggeri era Londra-Heathrow (quasi 70 milioni). La classifica continuava con Parigi-Charles de Gaulle (poco più di 60 milioni), Francoforte-Meno (circa 53 milioni), Madrid-Barajas (50 milioni) e Amsterdam-Schiphol (più di 47 milioni). Sesta piazza per Roma Fiumicino (meno di 35 milioni), diciassettesima per Milano Malpensa (circa 19 milioni). Tenendo fermi i dati europei al 2008 ma aggiornando quelli italiani al 2009, la situazione è anche peggiore. Fiumicino, infatti, scenderebbe al nono posto. Milano al ventunesimo.
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