Informarsi e saper scegliere: i segreti per vacanze sicure

Cronaca
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Proteste, terremoti, vulcani, scioperi: in molte parti del mondo ci sono situazioni di crisi. Due esperti indicano le mete dove viaggiare quest'estate senza rischi e tutti i sistemi per prevenire disagi e brutte sorprese

di Laura Barsottini

Viaggiare per il mondo. Facile a dirsi, ma poi uno pensa alle polveri del vulcano capaci di bloccare i voli di mezza Europa e non solo, ai disordini in Giamaica o agli scioperi di Atene e qualche dubbio gli viene. La prima regola, come sempre, è quella del buonsenso. La seconda di informarsi (bene) sulla destinazione del proprio viaggio (e sui propri diritti di consumatori). Per tutti gli altri accorgimenti utili abbiamo chiesto consiglio a due esperti: Roberto Corbella, presidente dell’Astoi, Associazione Tour Operator Italiani, e Pierre Orsoni, presidente dell’associazione consumatori Telefono blu.

Criterio generale. “Tracciare una mappa delle mete sicure dove viaggiare quest’estate è fuorviante e sbagliato per due motivi” spiega Corbella. “Il primo è che il mondo è in evoluzione. Quindi situazioni che si presentano di grande crisi oggi possono diventare tranquille fra un paio di settimane. Il secondo, è che è necessario fare delle distinzioni. Diverso è recarsi in un villaggio turistico o partire per una vacanza ‘fai da te’, andare in una meta frequentata dalle grandi masse o in un Paese poco turistico. Quindi, la prima cosa da fare è informarsi. E mezzi efficaci, in questo senso, ci sono: sul nostro sito carichiamo notizie aggiornate. O si può entrare su viaggiaresicuri.it, istituito dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con Aci per fornire  informazioni agli italiani che si mettono in viaggio”. “Secondo i nostri dati” aggiunge Orsoni, “oggi le vacanze, i viaggi, vengono prenotati con una quindicina di giorni di anticipo, non mesi prima come si faceva una volta. Le ragioni sono tante, non ultima la speranza di trovare offerte last minute, ma questa nuova tendenza permettere di capire la situazione del luogo dove si vuole andare e di prevedere con una certa attendibilità eventuali pericoli. Informarsi è sempre fondamentale. Noi consigliamo soprattutto i siti delle missioni nei Paesi molto a rischio, perché sono radicati profondamente nel territorio”.  

Le mete “di massa”. Uno dei problemi che forse impressionano di più l’opinione pubblica sono i disordini sociali: gli scontri in Thailandia e Giamaica, per fare un esempio. “Prendiamo il caso greco” argomenta Corbella. “La crisi, gli scioperi, riguardano soprattutto Atene, meta che, in estate, non è molto battuta. Il maggior flusso turistico, infatti, è verso le isole dove anche nei momenti più caldi non è mai successo nulla. Quei luoghi vivono di turismo e ne sono consapevoli ancor di più nel bel mezzo di una crisi finanziaria: probabilmente, chi ci andrà, si troverà anche meglio del solito. Di recente il neoministro del turismo greco ha dichiarato che la sua struttura sta mettendo a punto un piano di assoluto rilancio della Grecia per rendere i propri servizi ancora più competitivi: addirittura sembrerebbe che il Ministero stesso si farà carico di eventuali costi aggiuntivi che si trovassero ad affrontare i villeggianti in Grecia per qualche disservizio legato a scioperi o quant’altro”. “Dipende anche molto da come ci si comporta: qualsiasi Paese può diventare pericoloso se giro per l’Avana alle due di notte o a Rio de Janeiro con una collana d’oro di due chili” chiarisce Orsoni.

Le mete di nicchia. “Per la Giamaica” aggiunge Corbella “vale un discorso un po’ diverso. L’isola, infatti, è frequentata da un turismo diverso da quello che batte mete più usuali. Anche lì, i disordini riguardano soprattutto la capitale, Kingston, generalmente poco ambita dai flussi vacanzieri. Non farei, comunque, un elenco tassativo dei Paesi da evitare, anche se l’Astoi ha deciso di bloccare automaticamente i viaggi verso quelle destinazioni che la Farnesina stessa sconsiglia. Lo Yemen, per esempio, è da sempre una zona critica, ma anche lì, dipende molto da come uno ci va: i turisti ‘fai da te’, quelli che si sentono un po’ Indiana Jones e mettono il rischio come uno dei fattori imprescindibili per una vacanza riuscita, sono ovviamente più ‘scoperti’. Per costoro, comunque, ancor più che per gli altri, diventa fondamentale registrarsi al sito dovesiamonelmondo.it che oggi permette di essere rintracciati immediatamente in caso di emergenza”. “Fuori dall’Europa sono una settantina le aree di conflitto dove è difficile non incappare in qualche difficoltà” continua Orsoni. “E’ bene ricordare che alcune zone sono tradizionalmente rischiose: lo Yemen del sud è più pericoloso dell’Egitto, sono rischiose l’Africa del corno, l’America centro-meridionale e l’estremo oriente per i pirati.”.

Catastrofi naturali, salute & Co. E per quanto riguarda eventuali rischi di terremoti, tzunami e epidemie? “Dopo gli ultimi terribili eventi, ormai le zone a rischio” afferma ancora Corbella “hanno centri di prevenzione molto efficienti, tanto che è più alta l’eventualità di allarmi ingiustificati che di veri e propri interventi. Per la salute, invece, bisogna tener conto che spesso le grida di allarme sono più legate a speculazioni. Ricordiamo cosa è successo nel caso dell’influenza aviaria. Anche l’Italia è rimasta coinvolta dall’emergenza e ora ci ritroviamo con milioni di dosi di vaccino inutilizzati. Per quanto riguarda il vulcano islandese, invece, quello che abbiamo registrto noi di Astoi è che sono aumentate le richieste di viaggi verso quella zona. In anteprima, inoltre, a metà giugno circa in accordo con alcune assoziazioni di consumatori, presenteremo alla stampa una sorta di 'decalogo' di consigli che abbiamo studiato per permettere ai turisti di viaggiare ancora più sicuri”. “Gli uragani, ormai, purtroppo partono e si sviluppano dappertutto” specifica Orsoni. “L’importante è attrezzarsi. Se ci si trova in difficoltà, è fondamentale cercare di mettersi in contatto con persone sul territorio, anche se spesso le ambasciate e i consolati italiani chiudono ad agosto – è un problema storico. Oppure con persone in Italia, e con i cellulari oggi è facile. E’ prudente partire con un’assicurazione sulla salute perché nella maggior parte dei Paesi, in caso di malattia, l’assistenza sanitaria è a pagamento. Infine, in caso di rapina, consigliamo di rivolgersi al più presto alla polizia, e poi avvisare l’ambasciata e qualcuno in Italia. E poi, cercare di ottenere un prestito temporaneo all’ambasciata. Sul rischio vulcano, invece, sarei tranquillo. Nel caso riscoppiasse l’emergenza, si fermeranno solo l’Inghilterra e i Paesi scandinavi. Tutti gli altri, cercheranno di fare rotte più basse, che è possibile senza rischi. Bisogna sempre ricordare che sono milioni le persone che si muovono d’estate…”.

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