E’ quanto chiede in una lettera indirizzata a Benedetto XVI l’avvocato della famiglia della ragazza scomparsa 17 anni fa. “La versione dei fatti ricostruita dal vescovo di Potenza sul ritrovamento del corpo non è plausibile”
La Chiesa della Santissima Trinità “continua ad essere manchevole, inadempiente, omertosa nei confronti di Elisa Claps e della sua famiglia”. Per questo chiediamo un intervento del Papa. E’ quanto scrive in una lettera indirizzata a Benedetto XVI Giuliana Scarpetta, il legale della famiglia della giovane scomparsa 17 anni fa.
"Santo Padre, da cattolica, mi duole dirlo ma la triste vicenda di Elisa rappresenta un'altra pagina nera della nostra chiesa – si legge nella lettera affidata all’Ansa - Sento l'obbligo e da cattolica anche il bisogno, di informarla ufficialmente di quanto accaduto nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza, sollecitando il suo intervento nella dolorosa vicenda della quale mi occupo".
Per l’avvocato Giuliana Scarpetta della famiglia Claps non è "plausibile" la versione dei fatti ricostruita dal vescovo di Potenza sul ritrovamento del cadavere di Elsia Claps, nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza. "La cosa più sconvolgente è che gli inquirenti hanno appurato che Elisa non è stata rinvenuta il 17 marzo 2010, ma già a gennaio il vice parroco don Wagno, subentrato al defunto don Mimì, avrebbe scoperto il corpo, l'avrebbe comunicato telefonicamente al vescovo di Potenza in quel momento fuori sede, che a sua volta non avrebbe, a suo dire, capito la comunicazione a causa dello stentato italiano con cui si esprime don Wagno, di nazionalità cubana, quest'ultimo successivamente avrebbe a suo dire dimenticato l'accaduto".
"L'orrendo sacrilego crimine compiuto nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza - si legge ancora nella lettera al Papa - ha smosso le coscienze di tutto il mondo, ma a bene vedere non quello dei parroci della chiesa medesima, che continuano a mistificare la verità anche sul ritrovamento dei poveri resti di Elisa". "Allo stato non sono minimamente credibili - aggiunge - non è credibile il vescovo, che sostiene di aver capito che don Wagno aveva rinvenuto nella chiesa un ucraino, nel mentre egli aveva riferito di un cranio. Non è credibile don Wagno, quando sostiene che successivamente aveva poi dimenticato di aver visto un cadavere nel sottotetto. Le stesse giustificazioni hanno dell'incredibile, non sono plausibili".
"Elisa è stata uccisa e il suo corpo occultato per diciassette anni in quella chiesa - continua - già mi risulta difficile credere che il parroco don Mimì Sabia, deceduto due anni fa, non fosse a conoscenza di alcunché, per la semplice ragione che mi risulta difficile che qualcuno possa uccidere in casa altrui, e lasciare il cadavere in casa altrui, senza che il padrone di casa ne venga a conoscenza, seppure quel qualcuno all'epoca era assiduo frequentatore della chiesa e dunque il parroco. Altresì mi risulta difficile credere che nessuno dei frequentatori della chiesa fosse a conoscenza di nulla, atteso che il sottotetto è sempre stato frequentato dai ragazzi della Parrocchia e del centro Newman, circolo costituito all'interno della chiesa della Santissima Trinità, della quale usufruiva di alcuni locali". E conclude: "La prova che molti sapevano risulta dalla circostanza che alcuni anni fa, all'interno del bagno di un bar sito nei pressi della chiesa, qualcuno scrisse sul muro 'Elisa è nella Chiesa della Trinità’”.
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