Silvio Scaglia va agli arresti domiciliari. Dopo 80 giorni di carcere, per il fondatore di Fastweb il Gip del tribunale di Roma ha disposto la misura cautelare più attenuata, accogliendo la richiesta presentata dalla difesa
Il Gip di Roma Aldo Morgigni ha concesso oggi gli arresti domiciliari a Silvio Scaglia, fondatore ed ex AD di Fastweb, accetando l’istanza presentata dalla difesa. Scaglia era in carcere da 80 giorni nell'ambito dell'inchiesta su un presunto caso di frode e riciclaggio da due miliardi di euro. La decisione è giunta dopo il parere favorevole della procura capitolina.
Secondo gli inquirenti, le indagini hanno portato alla luce una "organizzazione criminale" che realizzava attività economiche fittizie per svariati miliardi di euro al fine di ottenere crediti di imposta a vantaggio delle due società di telecomunicazioni, che negano ogni addebito. I magistrati sostengono che il denaro frutto della frode fiscale venisse poi riciclato in diverse direzioni.
Nel corso degli interrogatori in carcere, Scaglia ha negato di aver commesso reati e ha detto che il comportamento di Fastweb è stato corretto, anche se ha ammesso la possibilità che qualcuno all'interno della società abbia agito illecitamente.
Nei giorni scorsi, in risposta ad una lettera di sua moglie Monica, il Quirinale ha chiesto alla procura di Roma "ogni notizia consentita dalla normativa vigente" riguardo all'inchiesta.
Per chiedere la scarcerazione di Scaglia, nelle scorse settimane, è stato anche creato un blog che raccoglie interviste ed interventi.
l'avvocato Pier Maria Corso difensore del fondatore di Fastweb ha commentato: "In attesa di avere certezza delle motivazioni del provvedimento pensiamo che si inizia a intravedere una luce in fondo al tunnel. È un primo passo verso un chiarimento definitivo per l'innocenza di Silvio Scaglia".
Secondo gli inquirenti, le indagini hanno portato alla luce una "organizzazione criminale" che realizzava attività economiche fittizie per svariati miliardi di euro al fine di ottenere crediti di imposta a vantaggio delle due società di telecomunicazioni, che negano ogni addebito. I magistrati sostengono che il denaro frutto della frode fiscale venisse poi riciclato in diverse direzioni.
Nel corso degli interrogatori in carcere, Scaglia ha negato di aver commesso reati e ha detto che il comportamento di Fastweb è stato corretto, anche se ha ammesso la possibilità che qualcuno all'interno della società abbia agito illecitamente.
Nei giorni scorsi, in risposta ad una lettera di sua moglie Monica, il Quirinale ha chiesto alla procura di Roma "ogni notizia consentita dalla normativa vigente" riguardo all'inchiesta.
Per chiedere la scarcerazione di Scaglia, nelle scorse settimane, è stato anche creato un blog che raccoglie interviste ed interventi.
l'avvocato Pier Maria Corso difensore del fondatore di Fastweb ha commentato: "In attesa di avere certezza delle motivazioni del provvedimento pensiamo che si inizia a intravedere una luce in fondo al tunnel. È un primo passo verso un chiarimento definitivo per l'innocenza di Silvio Scaglia".