Il Tribunale del Riesame ha accolto l’invito della Procura. Respinte invece le richieste di arresto per Stefano Gazzani e Claudio Rinaldi. Intanto i giudici di Roma e Firenze dichiarano: “Mai vista la lista Anemone"
L'inchiesta sugli appalti G8 e "grandi eventi" rimarrà a Perugia. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame accogliendo in parte le richieste della Procura. I giudici, però, hanno respinto la richiesta dei pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi di emettere due ordinanze di custodia cautelare in carcere per il commercialista di Diego Anemone, Stefano Gazzani e per l'ex commissario ai mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi.
Ma intanto le procure di Roma e Firenze confermano di non avere in mano la "lista Anemone". In una nota diffusa in mattinata il procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara scrive: “In relazione a quanto riportato da vari organi di informazione si precisa che la cosiddetta “lista Anemone”, relativa ai soggetti che hanno usufruito di prestazioni da parte delle imprese riferibili all’imprenditore, non è mai stata trasmessa, comunicata o comunque portata a conoscenza dalla Procura della Repubblica di Roma”. Stessa riposta anche a Firenze: “Mai vista la lista Anemone”.
La lista sarebbe emersa da un vecchio accertamento tributario della Guardia di Finanza del 2008: è in quell'occasione che i militari delle Fiamme Gialle trovarono l'elenco di oltre 350 nominativi - tra cui politici e funzionari dello Stato - e indirizzi dove le ditte dell'imprenditore al centro della cricca degli appalti avrebbero eseguito dei lavori.
Rimasto per oltre due anni nelle mani della Guardia di Finanza, l'elenco non è transitato nelle carte delle inchieste aperte dalle procure di Roma e di Firenze sugli appalti del G8 alla Maddalena, sui mondiali di Nuoto di Roma e sul 150esimo dell'Unità d'Italia, finite poi a Perugia per il coinvolgimento del procuratore aggiunto di Roma Achille Toro.
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Ma intanto le procure di Roma e Firenze confermano di non avere in mano la "lista Anemone". In una nota diffusa in mattinata il procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara scrive: “In relazione a quanto riportato da vari organi di informazione si precisa che la cosiddetta “lista Anemone”, relativa ai soggetti che hanno usufruito di prestazioni da parte delle imprese riferibili all’imprenditore, non è mai stata trasmessa, comunicata o comunque portata a conoscenza dalla Procura della Repubblica di Roma”. Stessa riposta anche a Firenze: “Mai vista la lista Anemone”.
La lista sarebbe emersa da un vecchio accertamento tributario della Guardia di Finanza del 2008: è in quell'occasione che i militari delle Fiamme Gialle trovarono l'elenco di oltre 350 nominativi - tra cui politici e funzionari dello Stato - e indirizzi dove le ditte dell'imprenditore al centro della cricca degli appalti avrebbero eseguito dei lavori.
Rimasto per oltre due anni nelle mani della Guardia di Finanza, l'elenco non è transitato nelle carte delle inchieste aperte dalle procure di Roma e di Firenze sugli appalti del G8 alla Maddalena, sui mondiali di Nuoto di Roma e sul 150esimo dell'Unità d'Italia, finite poi a Perugia per il coinvolgimento del procuratore aggiunto di Roma Achille Toro.
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