L'indagine degli inquirenti ruota attorno ad assegni che sarebbero stati utilizzati per l'acquisto di immobili. Tra questi, ci sarebbero anche quelli del ministro Claudio Scajola, che commenta: "disgustato che il segreto istruttorio finisca sui giornali"
La procura di Perugia ha chiesto tre nuovi arresti per l'inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi ma il gip ha detto di no, dichiarandosi incompetente. Sarà ora il tribunale del riesame a pronunciarsi, l'11 maggio prossimo, sull'appello presentato dai pubblici ministeri del capoluogo umbro.
Dovrà dire se l'ex commissario per i mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi, il commercialista Stefano Gazzani e l'architetto Angelo Zampolini debbano finire in carcere e se a occuparsi dell'inchiesta sarà ancora della procura perugina. A quest'ultimo viene contestato il reato di riciclaggio per gli assegni circolari utilizzati per l'acquisto di case per Claudio Scajola, del generale Francesco Pittorru e del figlio di Balducci, Lorenzo.
Ai tre, i magistrati del capoluogo umbro - Federico Centrone, Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi - contestano in particolare l'associazione per delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di episodi di corruzione, abuso di ufficio e riciclaggio. Lo stesso reato addebitato a Diego Anemone, Angelo Balducci, Fabio De Santis e Mauro della Giovampaola, tutti già in carcere.
L'indagine ruota intorno a centinaia di assegni circolari emessi dopo che l'architetto Angelo Zampolini aveva versato in banca, in vari periodi, poco meno di tre milioni di euro uno dei nuovi filoni d'inchiesta condotta dalla procura di Perugia sugli appalti per i cosiddetti "Grandi eventi".
Titoli in parte poi utilizzati - sarebbe emerso dagli accertamenti - per l'acquisto di vari immobili da parte di altri soggetti.
Tra le operazioni oggetto del filone d'inchiesta, ci sarebbero anche quelle per l'acquisto di case da parte di Claudio Scajola e del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru, entrambe risalenti al 2004. Agli atti dell'inchiesta le testimonianze dei proprietari delle abitazioni che hanno sostenuto di avere ricevuto gli assegni circolari come parziale saldo della vendita.
L'ipotesi sulla quale stanno lavorando i pubblici ministeri del capoluogo umbro Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi è che il denaro per gli assegni sia riconducibile a Diego Anemone, il costruttore considerato una delle figure centrali dell'inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi. Per lui ha infatti lavorato Zampolini. A quest'ultimo viene contestato il reato di riciclaggio per gli assegni circolari utilizzati per l'acquisto di case per Claudio Scajola, del generale Francesco Pittorru e del figlio di Balducci, Lorenzo.
Nel corso dell'indagine, ripresa da oggi da numerosi quotidiani (guarda la rassegna stampa) gli investigatori avrebbero raccolto le testimonianze dei proprietari degli appartamenti pagati anche con gli assegni circolari emessi da Zampolini. Dagli accertamenti non è risultato alcun rapporto tra questi soggetti e l'architetto.
Ieri, intanto il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, ha detto di essere "assolutamente amareggiato e disgustato che il segreto istruttorio finisca sui giornali", aggiungendo di non voler "partecipare a questa bruttissima abitudine di fare processi mediatici".
Dovrà dire se l'ex commissario per i mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi, il commercialista Stefano Gazzani e l'architetto Angelo Zampolini debbano finire in carcere e se a occuparsi dell'inchiesta sarà ancora della procura perugina. A quest'ultimo viene contestato il reato di riciclaggio per gli assegni circolari utilizzati per l'acquisto di case per Claudio Scajola, del generale Francesco Pittorru e del figlio di Balducci, Lorenzo.
Ai tre, i magistrati del capoluogo umbro - Federico Centrone, Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi - contestano in particolare l'associazione per delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di episodi di corruzione, abuso di ufficio e riciclaggio. Lo stesso reato addebitato a Diego Anemone, Angelo Balducci, Fabio De Santis e Mauro della Giovampaola, tutti già in carcere.
L'indagine ruota intorno a centinaia di assegni circolari emessi dopo che l'architetto Angelo Zampolini aveva versato in banca, in vari periodi, poco meno di tre milioni di euro uno dei nuovi filoni d'inchiesta condotta dalla procura di Perugia sugli appalti per i cosiddetti "Grandi eventi".
Titoli in parte poi utilizzati - sarebbe emerso dagli accertamenti - per l'acquisto di vari immobili da parte di altri soggetti.
Tra le operazioni oggetto del filone d'inchiesta, ci sarebbero anche quelle per l'acquisto di case da parte di Claudio Scajola e del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru, entrambe risalenti al 2004. Agli atti dell'inchiesta le testimonianze dei proprietari delle abitazioni che hanno sostenuto di avere ricevuto gli assegni circolari come parziale saldo della vendita.
L'ipotesi sulla quale stanno lavorando i pubblici ministeri del capoluogo umbro Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi è che il denaro per gli assegni sia riconducibile a Diego Anemone, il costruttore considerato una delle figure centrali dell'inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi. Per lui ha infatti lavorato Zampolini. A quest'ultimo viene contestato il reato di riciclaggio per gli assegni circolari utilizzati per l'acquisto di case per Claudio Scajola, del generale Francesco Pittorru e del figlio di Balducci, Lorenzo.
Nel corso dell'indagine, ripresa da oggi da numerosi quotidiani (guarda la rassegna stampa) gli investigatori avrebbero raccolto le testimonianze dei proprietari degli appartamenti pagati anche con gli assegni circolari emessi da Zampolini. Dagli accertamenti non è risultato alcun rapporto tra questi soggetti e l'architetto.
Ieri, intanto il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, ha detto di essere "assolutamente amareggiato e disgustato che il segreto istruttorio finisca sui giornali", aggiungendo di non voler "partecipare a questa bruttissima abitudine di fare processi mediatici".