Il ministro degli Interni denuncia un aumento della violenza negli stadi. E chiama in causa alcuni calciatori troppo violenti in campo e l'omertà da parte delle società sportive. Intervento della vedova Raciti: "Certe situazioni vanno eliminate"
Fuori dagli stadi bisognerebbe tenere, oltre a certi tifosi, anche alcuni giocatori poco sportivi. Lo ha detto oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a Pistoia, intervenendo al Memorial Giampaolo Bardelli. Il ministro degli Interni, riferendosi allo sgambetto fatto dal laziale Radu a Perrotta al termine del derby romano , ha detto "Non sarebbe male pensare una forma di Daspo [divieto di accedere alle manifestazioni sportive, ndr] anche per questi giocatori, per i quali l'etica è un optional e contano solo i soldi".
Spiegando poi che in cinque anni sono stati comminati 4.000 Daspo, Maroni si è detto preoccupato "perché soltanto in questo campionato ne sono stati dati dati 1.550, e questo desta preoccupazione perché vuol dire che c'è un ritorno della violenza negli stadi". Maroni ha poi sottolineato l'esigenza di "una grande riforma per gli stadi perché attualmente sono tutti di proprietà dei comuni, tranne l'Olimpico, e vengono dati alle società soltanto la domenica mattina o il sabato pomeriggio e questo crea problemi per la sicurezza, perché spesso durante la settimana vengono portate dentro cose che non ci si possono portare, e quindi non c'è il controllo da parte delle società". "Mi auguro che venga approvata entro la legislatura" una proposta di legge in materia attualmente in Parlamento, ha concluso il ministro.
Da parte delle società sportive il ministro degli Interni ha chiesto però maggiore collaborazione. "Il mondo dello sport deve far cessare comportamenti omertosi" ha detto, aggiungendo poi che "occorre trasmettere i valori dello sport, educare ai principi di lealtà e sana competizione". Il ministro ha poi sottolineato che molte società sono soggette a un ricatto delle tifoserie organizzate. "Se non gli danno - ha portato come esempio - i biglietti, vanno allo stadio, tirano i petardi e le società vengono multate. Questo rapporto - ha concluso - va modificato e le società devono intervenire".
L'intervento della vedova di Filippo Raciti:
Spiegando poi che in cinque anni sono stati comminati 4.000 Daspo, Maroni si è detto preoccupato "perché soltanto in questo campionato ne sono stati dati dati 1.550, e questo desta preoccupazione perché vuol dire che c'è un ritorno della violenza negli stadi". Maroni ha poi sottolineato l'esigenza di "una grande riforma per gli stadi perché attualmente sono tutti di proprietà dei comuni, tranne l'Olimpico, e vengono dati alle società soltanto la domenica mattina o il sabato pomeriggio e questo crea problemi per la sicurezza, perché spesso durante la settimana vengono portate dentro cose che non ci si possono portare, e quindi non c'è il controllo da parte delle società". "Mi auguro che venga approvata entro la legislatura" una proposta di legge in materia attualmente in Parlamento, ha concluso il ministro.
Da parte delle società sportive il ministro degli Interni ha chiesto però maggiore collaborazione. "Il mondo dello sport deve far cessare comportamenti omertosi" ha detto, aggiungendo poi che "occorre trasmettere i valori dello sport, educare ai principi di lealtà e sana competizione". Il ministro ha poi sottolineato che molte società sono soggette a un ricatto delle tifoserie organizzate. "Se non gli danno - ha portato come esempio - i biglietti, vanno allo stadio, tirano i petardi e le società vengono multate. Questo rapporto - ha concluso - va modificato e le società devono intervenire".
L'intervento della vedova di Filippo Raciti: