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Cronaca
unvarnished

Appena presentato, Unvarsnished permette agli utenti di recensire in modo anonimo chiunque. Secondo i fondatori si tratta solo di un “mercato della reputazione professionale”, per i critici è la versione virtuale del muro di un bagno pubblico

di Raffaele Mastrolonardo

Prodotti, ristoranti, viaggi, ma anche chirurghi plastici e professori di scuola. Il web pullula di siti che offrono recensioni dal basso che segnalano, catalogano, votano tutto lo scibile, categorie professionali comprese. Quel che mancava, fino ad oggi, era un luogo virtuale dove fosse possibile recensire semplicemente... le persone. A spingersi più vicino a questo limite, dove il confine tra socialità online e diffamazione è assai sottile, ci prova oggi Unvarnished, servizio lanciato a fine marzo e per ora accessibile solo su invito.

Accolto da una serie di commenti non troppo positivi, Unvarsnished si presenta come un luogo online dove “costruire, gestire e cercare la reputazione professionale”. In pratica, permette a chiunque di creare un profilo su qualcuno e poi scrivere una recensione anonima mettendo in luce le qualità professionali, ma anche i difetti e le stranezze del soggetto in questione. La “vittima”, da parte sua, non può impedire che un profilo a lei dedicato sia creato né ottenere la rimozione delle recensioni giudicate diffamatorie o infondate. Tutto quello che può fare è scrivere una risposta, oppure chiedere ad amici e conoscenti di intervenire con pareri più favorevoli.

Gli ideatori, tre ex dipendenti di aziende tecnologiche della Silicon Valley, lo definiscono un “marketplace della reputazione”. Altri, più prosaicamente, lo vedono come “la parete di un bagno pubblico a disposizione di chiunque sulla terra”, un deposito di astio e maldicenze in grado di dare sfogo alle peggiori tendenze del web 2.0.

Siamo determinati ad impedire che questo avvenga”, si è affrettato a rispondere ai dubbi sollevati Peter Kazanjy, uno dei co-fondatori. Secondo lui, il fatto che l'accesso al sito avvenga attraverso il sistema Facebook Connect (che collega l'utente al profilo del social network) garantisce che l'identità dei recensori sia, in ultima analisi, tracciabile. Questo, spera Kazanjy, dovrebbe porre un freno ai giudizi infondati. Tuttavia, ai frequentatori del sito non sarà possibile conoscere la vera identità di chi ha effettuato le varie recensioni, che resterà nota solo agli amministratori del sistema.

Se prevarrà la visione ottimistica dei fondatori di Unvarnished o si avvereranno le previsioni pessimistiche dei più è ancora da vedere. Nel dubbio, intanto, c'è anche chi consiglia al sito di assoldare una schiera di buoni avvocati contro cause per diffamazione.

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