Caso Marrazzo, Testini si difende: mai dato droga a Cafasso

Cronaca
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Lo ha detto durante l'interrogatorio in carcere il maresciallo dei carabinieri finito in manette con l'accusa di omicidio volontario premeditato per la morte del pusher dei trans

Un'ora di interrogatorio davanti al gip di Bari, Sergio Di Paola, per "contestare la veridicità di quanto attribuitogli": Nicola Testini ha escluso di "aver ceduto la droga a Cafasso al fine di eliminare un testimone scomodo". Lo ha dichiarato l'avvocato Valerio Spigarelli, difensore del maresciallo dei carabinieri finito in manette con l'accusa di omicidio volontario premeditato per aver dato la dose letale al pusher dei trans Gianguerino Cafasso.

"Anzitutto - ha spiegato Spigarelli - bisogna stabilire come e perché è morto Cafasso: il movente indicato nell'ordinanza del gip è piuttosto misero. Anche ad ammettere che il 12 settembre scorso Testini abbia deciso di ammazzare Cafasso per eliminare uno che sapeva troppo, va detto anche che a quella data avrebbe dovuto ammazzare un'altra decina di persone che erano a conoscenza della vicenda Marrazzo".

Spigarelli, infine, ha espresso perplessità sull'attendibilità del teste Jennifer, il viado che era in compagnia di Cafasso quando assunse la droga letale nella stanza dell'hotel Romulus: "Jennifer ha reso ben otto dichiarazioni in sequenza ai magistrati e fino alla quinta non aveva mai fatto il nome di Testini. Quello che Jennifer ha dichiarato non è riscontrato e non è riscontrabile. Per questo faremo ricorso al tribunale del riesame per ottenere la scarcerazione del carabiniere".

Il legale ha chiesto inoltre il trasferimento da un penitenziario ordinario a un carcere militare, per motivi di sicurezza del detenuto. Inoltre ha presentato un'istanza di scarcerazione al Tribunale del  Riesame.

E intanto la procura di Roma ha deciso di impugnare davanti al tribunale del Riesame il rigetto della richiesta di arresto dei carabinieri Nicola Testini, Carlo Tagliente e Luciano Simeone per le ipotesi di associazione a delinquere e rapine.

Il gip Renato Laviola ha accolto solo la richiesta di arresto di Testini per l'omicidio di Gianguarino Cafasso, il pusher dei viados di via Gradoli, ma ha ritenuto che non ci fossero i presupposti per far scattare le manette anche per le accuse di spaccio di droga e di rapine ai danni di transessuali (nel periodo gennaio 2007-luglio 2009).
Secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Rodolfo Sabelli, i tre militati dell'arma accusati di infedeltà avrebbero compiuto perquisizioni "arbitrarie" nelle abitazioni dei viados portando via denaro in contanti, telefoni cellulari, computer portatili ed addirittura una playstation e profumi.
Secondo la procura gli elementi proposti al gip Laviola sono tali da giustificare l'emissione delle ordinanze di custodia anche per questi fatti. Alla luce del rigetto da parte del gip ricorreranno al tribunale del riesame.

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