Lo sostiene il procuratore generale che regge l'accusa nel processo contro il senatore del Pdl, imputato di concorso in associazione mafiosa. Ricostruite le telefonate in cui i boss si impegnano a votare per Dell’Utri
Il presunto patto tra mafia e Stato, la disponibilità di Forza Italia in favore di Cosa Nostra: si è parlato di questo nell'udienza di oggi del processo contro il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, imputato di concorso in associazione mafiosa e condannato a 9 anni in primo grado. Il pg Nino Gatto ha ricostruito quanto è emerso nel corso del dibattimento celebrato in tribunale e di quello in corso davanti alla seconda sezione della Corte d'appello di Palermo: partendo da due intercettazioni, effettuate una nell'autoscuola "Primavera" di Carmelo Amato, poi condannato per mafia, e l'altra a casa del capomafia di Brancaccio Giuseppe Guttadauro, Gatto ha detto che tra i boss palermitani c'era l'ordine di votare per Dell'Utri, che avrebbe accettato i voti e in cambio si sarebbe impegnato in favore di Cosa Nostra. Le conversazioni risalgono nel primo caso al '99, nel secondo al 2001.
Tra gli elementi che proverebbero il rapporto di scambio tra l'organizzazione criminale e il partito che Dell'Utri contribuì a creare, Forza Italia, il pg ha citato il disegno di legge del 1994, che prevedeva modifiche alle misure cautelari in tema di mafia: "I boss e i picciotti -ha detto Gatto- ne avrebbero tratto benefici. Il provvedimento non venne approvato solo perché il governo Berlusconi cadde". Il ddl divenne poi legge, ma senza la parte con il contenuto ipoteticamente favorevole ai mafiosi. Nella requisitoria, Gatto ha parlato anche del particolare interessamento per la legge da parte dell'ex deputato di FI, Tiziana Maiolo, un fatto di cui ha parlato anche il pentito agrigentino Maurizio Di Gati. Il rappresentante dell'accusa concluderà la requisitoria il 16 aprile, e non il 9, come era stato originariamente previsto.
Il collegio presieduto da Claudio Dall'Acqua, a latere Sergio La Commare e il relatore Salvatore Barresi, potrebbe riunirsi in camera di consiglio il 4 giugno.
Guarda anche:
Mafia, non ammessa deposizone di Ciancimino
Dell'Utri: denuncerò Ciancimino e non mi farò da parte
Processo Dell'Utri, chiusa fase dibattimentale
La deposizione in aula di Gaspare Spatuzza
Tra gli elementi che proverebbero il rapporto di scambio tra l'organizzazione criminale e il partito che Dell'Utri contribuì a creare, Forza Italia, il pg ha citato il disegno di legge del 1994, che prevedeva modifiche alle misure cautelari in tema di mafia: "I boss e i picciotti -ha detto Gatto- ne avrebbero tratto benefici. Il provvedimento non venne approvato solo perché il governo Berlusconi cadde". Il ddl divenne poi legge, ma senza la parte con il contenuto ipoteticamente favorevole ai mafiosi. Nella requisitoria, Gatto ha parlato anche del particolare interessamento per la legge da parte dell'ex deputato di FI, Tiziana Maiolo, un fatto di cui ha parlato anche il pentito agrigentino Maurizio Di Gati. Il rappresentante dell'accusa concluderà la requisitoria il 16 aprile, e non il 9, come era stato originariamente previsto.
Il collegio presieduto da Claudio Dall'Acqua, a latere Sergio La Commare e il relatore Salvatore Barresi, potrebbe riunirsi in camera di consiglio il 4 giugno.
Guarda anche:
Mafia, non ammessa deposizone di Ciancimino
Dell'Utri: denuncerò Ciancimino e non mi farò da parte
Processo Dell'Utri, chiusa fase dibattimentale
La deposizione in aula di Gaspare Spatuzza