Scandalo appalti, un giro da oltre 300 escort

Cronaca
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Nella rassegna stampa di oggi diversi quotidiani riportano le intercettazioni sul giro di prostituzione legato ai lavori per il G8 a La Maddalena

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Non solo Berlusconi e legittimo impedimento. Nella rassegna stampa di oggi, infatti, su alcuni quotidiani torna lo scandalo legato ai lavori per il G8 a La Maddalena. Secondo le nuove intercettazioni pubblicate dai giornali dietro allo scambio di favori e appalti ci sarebbe un giro di oltre 300 prostitute di lusso da 500 euro a prestazione.

Il Giornale titola in prima pagina 350 escort in appalto e nelle pagine interne riporta lo stato delle indagini e alcune intercettazioni. Secondo gli inquirenti a pagare non sarebbe stato solo Diego Anemone, ma "anche qualcuno vicinissimo a Balducci". Uno dei più assidui frequentatori di escort sarebbe stato il funzionario dei Lavori Pubblici Fabio De Santis. Il quotidiano milanese riporta l'intercettazione tra lui e l'imprenditore Guido Ballari che avrebbe organizzato un incontro in un appartamento romano alla Balduina. Dopo aver consumato De Santis e Ballari parlano al telefono e l'imprenditore rivela al funzionario che stava per essere scoperto dal marito della escort. Sempre il Giornale riporta le intercettazioni di quando De Santis e Della Giovampaola, i due funzionari ai Lavori Pubblici, vanno alla Mostra del Cinema di Venezia Rossetti, un collaboratore di Anemone, si preoccupa di trovare loro compagnia femminile per la serata. Parlando di una delle escort dice "una è una topa da paura... c'avrà 22-23 anni... è una russa, occhi azzurri, capelli biondi" "son russne, non sono tipe che sbroccano e fanno casino".

Anche La Stampa di Torino riprende la notizie e parla di almeno 350 escort di lusso censite tra Bologna, Firenze, Roma e Venezia. Il quotidiano piemontese riporta anche i dubbi dei carabinieri rispetto alle eccessive prudenze del procuratore aggiunto Achille Toro e del procuratore capo Giovanni Ferrara. Il giornale pubblica la testimonianza del capitano dei carabinieri Pasquale Starace secondo cui "il procuratore capo dottor Ferrara e il procuratore aggiunto dottor Toro formulavano obbiezioni di 'natura politica' e non di discrezionalità giudiziaria". I carabinieri rimasero perplessi perché alle richieste di approfondire le indagini li veniva risposto che si temeva "il nocumento dell'immagine del paese che sarebbe potuto derivare da un'indagine penale su un avvenimento di tale portata"


Anche La Repubblica riprende la notizia sul giro di escort e parla di "ragazze di varia  nazionalità (russe, ucraine, venezuelane e cubane) ben inserite nella Roba bene con un ampio carnet di clienti facoltosi: attori, calciatori, politici e, naturalmente, grandi funzionari dei lavori pubblici dei vari ministeri". Sarebbe stato seguendo De Santis, abituato a vantarsi al telefono delle sue avventure, che i carabinieri sarebbe risaliti al giro di escort. Sempre secondo Repubblica sarebbe Fabio De Santis il più assiduo frequentatore di escort. Solo nel periodo delle intercettazioni, secondo il giornale romano avrebbe avuto 150 incontri.

Il Corriere della Sera ignora il lato escort e preferisce invece concentrarsi sul coinvolgimento del procuratore aggiunto Achille Toro e del procuratore di Roma Giovanni Ferrara nel presunto tentativo di bloccare le indagini sugli appalti del G8 alla Maddalena. A parlarne è stata il pubblico ministero romano Assunta Cocomello, titolare dell'inchiesta, quando è stata sentita dai colleghi di Perugia. Una testimonianza, secondo il quotidiano milanese, confermata da due ufficiali dei carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico. Secondo la Cocomello Achille Toro avrebbe negato più volte il bisogno di ricorrere a intercettazioni telefoniche. Toro sosteneva che le indagini andassero svolte sui documenti e non sulle intercettazioni, opinione condivisa, sempre secondo la Cocomello, dal procuratore capo Giovanni Ferrara.

In giornata il procuratore generale di Roma Giovanni Ferrara ha annunciato querela contro i giornali "perché i titoli non rispecchiano affatto il contenuto del verbale reso ai pm di Perugia dalla dottoressa Assunta Cocomello" e una querela ai due ufficiali del Noe, "con cui non ho mai parlato", per aver detto che "le intercettazioni sugli appalti del G8 furono bloccate per opportunità politica".
"Rivendico il pieno diritto di esercitare le prerogative che spettano a un capo dell'ufficio quale io sono - spiega Ferrara -. Fa parte del mio lavoro, è mio dovere farlo, le regole le ho sempre rispettate. Posso anche sbagliare, sempre in buona fede, ma se non sono convinto che vada adottato un qualunque provvedimento  sono capace di discutere anche per giorni interi. Nel caso specifico, escludo fermamente che le intercettazioni non siano state adottate per ragioni di opportunità politica."

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