L’uomo, 33 anni, è ritenuto ai vertici della cosca dei Carateddi, la frangia più violenta del clan Cappello. E’ accusato di associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti. In manette anche cinque suoi fiancheggiatori. Guarda le immagini del covo
Il latitante Sebastiano Lo Giudice, 33 anni, ritenuto ai vertici della cosca dei Carateddi legata al clan Cappello, è stato arrestato da agenti della polizia di Stato a Catania. E' stato bloccato da investigatori della squadra mobile della Questura all'interno di una stalla, nello storico rione San Cristoforo, mentre, secondo l'accusa, stava partecipando a un summit di mafia.
Durante l'operazione sono stati arrestati cinque fiancheggiatori del boss, presenti nel covo, accusati di favoreggiamento aggravato e della ricettazione di una pistola calibro 9 con il colpo in canna che è stata trovata nella stalla.
Lo Giudice era ricercato dal 24 ottobre del 2009 quando sfuggì all'operazione Revenge contro la cosca Cappello. Nei suoi confronti era pendente un ordine di carcerazione per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti. Secondo la Procura di Catania avrebbe potuto avere un ruolo nella faida mafiosa che ha visto contrapposti il suo gruppo e la cosca Cappello a Cosa nostra a Catania, capeggiata dalle storiche 'famiglie' Santapaola e Laudani. Le indagini della squadra mobile della Questura di Catania sono state coordinate dal procuratore capo Vincenzo D'Agata e dai sostituti della Direzione distrettuale antimafia etnea Pasquale Pacifico e Francesco Testa.
Durante l'operazione sono stati arrestati cinque fiancheggiatori del boss, presenti nel covo, accusati di favoreggiamento aggravato e della ricettazione di una pistola calibro 9 con il colpo in canna che è stata trovata nella stalla.
Lo Giudice era ricercato dal 24 ottobre del 2009 quando sfuggì all'operazione Revenge contro la cosca Cappello. Nei suoi confronti era pendente un ordine di carcerazione per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti. Secondo la Procura di Catania avrebbe potuto avere un ruolo nella faida mafiosa che ha visto contrapposti il suo gruppo e la cosca Cappello a Cosa nostra a Catania, capeggiata dalle storiche 'famiglie' Santapaola e Laudani. Le indagini della squadra mobile della Questura di Catania sono state coordinate dal procuratore capo Vincenzo D'Agata e dai sostituti della Direzione distrettuale antimafia etnea Pasquale Pacifico e Francesco Testa.