Il maltempo torna a flagellare la penisola con un brusco calo delle temperature e precipitazioni sparse. Tra le regioni più colpite l'Emilia, nelle cui aree appenniniche è rischio valanghe. E nel Messinese torna la paura per le "sabbie mobili"
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Sembra non finire mai l'inverno in un anno che, con quello precedente, è stato definito "il più piovoso degli ultimi trenta" da Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, durante l'informativa del 4 marzo nell'aula del Senato. Il brusco calo delle temperature è stato accompagnato da nevicate a bassa quota e precipitazioni, che hanno interessato gran parte del centro-sud. Particolarmente colpita l'Emilia Romagna, sulla quale, dal 4 marzo, continuano a cadere fiocchi, sia pure con bassa intensità, anche in pianura. Nella stessa regione, mentre si teme per l'innalzamento dei fiumi Sillaro, Ronco, Montone, Bidente e Rabbi, è stata diramata l'allerta valanghe, fino al sabato 13 marzo, per le aree appenniniche. La nuova ondata di gelo siberiano ha iniziato a interessare anche le regioni settentrionali con notevoli sbalzi termici. In Piemonte, soprattutto, si passerà dai 20 gradi, registrati il 2 marzo, ai 3/4 gradi previsti per domenica 7. Il maltempo s'è fatto sentire, con forti raffiche di vento e piogge, anche in Sardegna e in Campania, dove, il 4 marzo, sono stati sospesi i collegamenti marittimi tra Napoli e Ischia. Ma è in Sicilia che si torna a tremare per la nuova ondata di precipitazioni, che potrebbero far peggiorare la situazione idrogeologica nel Messinese, soprattutto nella zona di Caronia, già interessata da un vasto movimento franoso. Sulle "sabbie mobili" siciliane e calabre era intervenuto al Senato, il 4 marzo, lo stesso Bertolaso, per denunciare, come "più critica" di tutte, la situazione di San Fratello.
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