Ha ucciso a calci e pugni il collega durante una lite per affari, poi ha fatto il cadavere a pezzi e li ha gettati in un canale alla periferia della città. Matteo Chigorno ha confessato l'uccisione del noto gallerista Giovanni Schubert di 76 anni
Contrasti negli affari per alcuni quadri. Un appuntamento per chiarirsi che si trasforma in una lite violenta. Giovanni Schubert, noto esperto d'arte milanese, titolare della galleria Borgogna, nella centralissima via Visconti di Modrone a Milano, è stato massacrato di botte e il suo presunto assassino, Matteo Chigorno, 36 anni, che ha già confessato, ha fatto il cadavere a pezzi, poi infilati in sacchetti di plastica e buttati in un canale adiacente al Naviglio Alzaia pavese, alla periferia sud di Milano.
A indirizzare le indagini verso Chigorno, in affari con Schubert e che in passato aveva avuto un rapporto di collaborazione con il gallerista, è stato il genero di Schubert. Sapeva che ieri sera aveva un appuntamento con quella persona. Ieri il genero della vittima ha dato l'allarme, presentandosi in Questura per sporgere una denuncia di scomparsa. Troppo preciso e puntuale il suocero per non dare notizia di sé per tante, troppe ore: chiaro che era successo qualcosa di grave.
I sospetti hanno trovato una terribile conferma. Chigorno è stato contattato, sentito dagli investigatori che ha portato lungo il Naviglio, dove, con i sommozzatori dei vigili del fuoco, gli agenti hanno trovato i resti di Schubert, avvolti in sacchetti di plastica. L'uomo è quindi stato fermato e interrogato in questura dal pm Stefania Carlucci.
Schubert sarebbe stato ucciso a mani nude, in casa di Chigorno. Su di lui si è abbattuta la furia del commerciante d'arte: pugni, calci, la testa sbattuta contro un muro, fino ad ucciderlo. Poi, una volta resosi conto di quello che aveva fatto, sempre in casa sua, ha ridotto a pezzi il corpo, cercando di nasconderlo nelle acque di una canale accanto al Naviglio.
Giovanni Schubert era stato coinvolto, ma poi assolto, in un'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere su un traffico di falsi Schifano e Sironi e la sua galleria 'Borgogna' ieri è rimasta aperta. Per i vicini e il custode dell'antico palazzo sembrava una giornata normale. Fino alla notizie sconvolgente.
A indirizzare le indagini verso Chigorno, in affari con Schubert e che in passato aveva avuto un rapporto di collaborazione con il gallerista, è stato il genero di Schubert. Sapeva che ieri sera aveva un appuntamento con quella persona. Ieri il genero della vittima ha dato l'allarme, presentandosi in Questura per sporgere una denuncia di scomparsa. Troppo preciso e puntuale il suocero per non dare notizia di sé per tante, troppe ore: chiaro che era successo qualcosa di grave.
I sospetti hanno trovato una terribile conferma. Chigorno è stato contattato, sentito dagli investigatori che ha portato lungo il Naviglio, dove, con i sommozzatori dei vigili del fuoco, gli agenti hanno trovato i resti di Schubert, avvolti in sacchetti di plastica. L'uomo è quindi stato fermato e interrogato in questura dal pm Stefania Carlucci.
Schubert sarebbe stato ucciso a mani nude, in casa di Chigorno. Su di lui si è abbattuta la furia del commerciante d'arte: pugni, calci, la testa sbattuta contro un muro, fino ad ucciderlo. Poi, una volta resosi conto di quello che aveva fatto, sempre in casa sua, ha ridotto a pezzi il corpo, cercando di nasconderlo nelle acque di una canale accanto al Naviglio.
Giovanni Schubert era stato coinvolto, ma poi assolto, in un'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere su un traffico di falsi Schifano e Sironi e la sua galleria 'Borgogna' ieri è rimasta aperta. Per i vicini e il custode dell'antico palazzo sembrava una giornata normale. Fino alla notizie sconvolgente.