Oscurati 26 siti web di corse clandestine di cavalli

Cronaca
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Compartimento Polizia Postale di Reggio Calabria ha sequestrato ed oscurato siti internet attraverso i quali si istigava a commettere i reati di maltrattamento di animali e di organizzazione di spettacoli o manifestazione vietate. IL VIDEO

La polizia postale ha annunciato oggi di aver oscurato oltre 20 siti web di corse clandestine di cavalli dopo aver ricevuto la denuncia di un'associazione animalista. L'operazione "Febbre da cavallo", condotta nei giorni scorsi dal compartimento di Polizia postale di Reggio Calabria su disposizione della procura locale, riguardava "filmati messi su un provider americano", i cui responsabili hanno collaborato con le autorità italiane per oscurare i siti.

I reati ipotizzati dagli inquirenti, spiega una nota, sono maltrattamento di animali e organizzazione di spettacoli o manifestazione vietate, ha detto la polizia postale, secondo cui "si tratta, in tal senso, per quantità e organicità, della prima operazione nel nostro paese".
I filmati riguardavano corse clandestine di cavalli avvenute in diverse province del Sud Italia, e in particolare a Reggio Calabria.

"Nei video si poteva rilevare che i fantini, alle prime luci dell'alba, gareggiavano per le vie del centro, con la protezione di altri soggetti in moto, spronando i cavalli con continue frustate".
"Alcuni filmati avevano addirittura la colonna sonora di canzoni neomelodiche dedicate ai cavalli e alle corse clandestine, non solo: i filmati erano corredati da vere e proprie bacheche per commenti, apologie delle gare clandestine, lanci di sfide, appuntamenti per organizzare corse", ha detto Ciro Troiano, responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lega Anti Vivisezione, che ha firmato la denuncia.

Secondo gli investigatori, l'operazione "è il coronamento di una azione sinergica tra la Lav e la Polizia postale e delle comunicazioni che nel recente passato ha consentito di individuare siti Internet attraverso i quali venivano mostrati combattimenti clandestini di animali organizzati da soggetti appartenenti ad organizzazioni criminali", ma anche un sito, realizzato da una donna, che mostrava "foto e filmati che la ritraevano mentre uccideva e torturava piccoli animali (zoosadismo), con finalità di tipo sessuale (fetish crush)".

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