Processo addio pizzo: 141 anni di carcere a 13 imputati

Cronaca
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La pena più alta, 30 anni di reclusione, è stata inflitta a Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Per gli altri condanne dai 5 ai 10 anni. Il processo scaturito dai pizzini sequestrati ai Lo Piccolo e dalle denunce presentate dai commercianti

I giudici della seconda sezione del tribunale di Palermo, al termine di una camera di consiglio durata più di tre giorni, hanno condannato, complessivamente, a 141 anni di carcere 13 dei 17 imputati del processo denominato Addio Pizzo.
Alla sbarra boss, estortori delle cosche palermitane di San Lorenzo e Tommaso Natale e due commercianti accusati di favoreggiamento: questi ultimi due sono stati assolti.

Le accuse a carico degli imputati andavano dall'associazione mafiosa, all'estorsione, al danneggiamento, al favoreggiamento aggravato e alla detenzione illegale di armi.
La pena più alta è stata inflitta ai capimafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo, che hanno avuto 30 anni di carcere ciascuno. A 16 anni è stato condannato Massimo Troia, a 12 il boss Francesco Di Piazza; mentre 10 anni sono stati inflitti a Giordano Sebastiano. A 9 anni e 4 mesi sono stati condannati Vittorio Bonura, Rosolino Di Maio e Giovan Battista Giacalone. Nove anni la pena inflitta a Luigi Bonanno.
Gli altri imputati, capimafia e gregari delle cosche palermitane, hanno avuto pene comprese tra i 3 anni e 6 mesi e i 5 anni e 4 mesi. Assolti, oltre ai commercianti Maurizio Buscemi e Salvatore Catalano, Gaetano Fontana e Tommaso Contino. Nel processo i pubblici ministeri della dda Marcello Viola, Francesco Del Bene, Gaetano Paci e Anna Maria Picozzi hanno contestato agli imputati circa 40 episodi estorsivi tra i quali quello ai danni dell'imprenditore Rodolfo Guajana che, nel 2008, subì un gravissimo attentato in cui andò distrutta la sede della sua ditta di ferramenta.

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