Al centro del contendere i documenti di identità accettati per l'imbarco. Ryanair accetta solo passaporto e carta di identità, Enac contesta. Il fondatore della compagnia, Michael O'Leary, avverte: smettiamo di fare voli domestici in Italia dal 23 gennaio
Ryanair cesserà di operare temporaneamente le rotte domestiche da/per le 10 basi italiane, Alghero, Bari, Bologna, Brindisi, Orio al Serio (Bergamo), Pescara, Pisa, Roma (Ciampino) e Trapani, a partire da sabato 23 gennaio 2010.
Lo ha annunciato la stessa compagnia aerea irlandese low cost che si è ritagliata ampie fette del mercato dei voli italiano.
La decisione è stata presa "in seguito all'ingiunzione sollevata da Ryanair contro le ordinanze dell'Enac, che obbligano Ryanair ad accettare svariate e non sicure forme di identificazione per i passeggeri che viaggiano sulle rotte domestiche di Ryanair, anche se questi documenti di identità sono costituiti da niente più che licenze di pesca".
"Da quando Ryanair opera con il check-in online al 100% - spiega la compagnia - è obbligatorio per la sicurezza di tutti i voli Ryanair, che tutti i passeggeri di Ryanair acconsentano al momento della prenotazione, di presentare o il passaporto o la carta di identità al gate d'imbarco prima di salire a bordo del proprio volo. Queste procedure di sicurezza sono sempre andate avanti in modo soddisfacente per molti anni su tutte le mille rotte di Ryanair sia per i voli domestici che per quelli internazionali in tutta l'Unione Europea". Ryanair "è rimasta perciò sorpresa e delusa dal fatto che l'Enac, l'autorità dell'aviazione italiana, senza consultare o discuterne con Ryanair, ha introdotto unilateralmente le ordinanze di cui sopra l'11 e il 12 novembre 2009, che hanno interferito con e minato le procedure stabilite. L'ordinanza dell'Enac minaccia di arrestare il personale dell'handling, se si rifiuta di far viaggiare i passeggeri con forme di identificazione non consentite comprese patenti di guida, badge lavorativi o licenze di pesca italiane. Dal momento che queste altre forme di identificazione non hanno soddisfatto gli standard internazionali di sicurezza, il solo risultato delle ordinanze dell'Enac sarà quello di ridurre la sicurezza dei passeggeri di Ryanair e dei voli sulle rotte domestiche italiane". Ryanair "non può permettere che le sue procedure di sicurezza, che sono approvate da tutti i passeggeri al momento della prenotazione con Ryanair, subiscano interferenze e vengano minate dalle ordinanze illegali e inappropriate dell'Enac, che così facendo riduce la sicurezza dei passeggeri e dei voli.
Ryanair dunque "cesserà di operare i voli domestici dagli aeroporti italiani a partire da sabato 23 gennaio (cioé con un mese di preavviso) e questi voli saranno ripristinati solo se Ryanair sarà certa che la sicurezza delle sue operazioni non sarà minacciata dall'interferenza illegale dell'Enac". Ma la polemica non è destinata a placarsi.
La compagnia irlandese lancia addirittura un invito a tutti i passeggeri "a protestare sull'interferenza illegale dell'Enac" con il direttore generale dell'Enac, Alessio Quaranta, pubblicando l'indirizzo della segreteria. Il patron della compagnia Michael O'Leary di Ryanair si dice rammaricato per "gli inconvenienti che questo provvedimento causerà ai passeggeri italiani che viaggiano sulle rotte domestiche. Tuttavia - sostiene - è del tutto scorretto da parte dell'Enac introdurre misure che riducono la sicurezza sui voli domestici italiani rispetto alle misure di sicurezza che già utilizzate con successo su tutti i voli di Ryanair nell'Unione Europea e sui voli domestici di Ryanair in ogni altro paese dell'Unione Europea. Dal momento che questi requisiti di identificazione sono approvati da tutti i passeggeri, non c'è giustificazione per l'Enac ad interferire nelle procedure di sicurezza di Ryanair".
La polemica della compagnia aerea nei confronti dell'Enac è durissima: "La policy di Ryanair sui documenti di identità/passaporto è stata approvata da tutti gli altri paesi dell'Unione Europea, incluso l'Enac, 4 anni fa. L'insistenza illegale dell'Enac sul fatto che Ryanair dovrebbe accettare altre (e meno sicure) forme di identificazione sui voli domestici italiani, che potrebbero risultare sconosciute al nostro personale di volo e al nostro personale di handling, riduce la sicurezza in un modo che è inaccettabile per Ryanair, per il suo personale di volo e per i passeggeri".
La replica dell'ente dell'aviazione civile è altrettanto netta.
"Nessun vettore può operatore sul mercato domestico nazionale senza rispettare l'ordinamento vigente". E' quanto afferma l'Enac "in merito alle infondate e pretestuose dichiarazioni odierne di Ryanair", evidenziando che il vettore low cost è "l'unico operatore comunitario ed internazionale che pretende di volare in Italia in deroga alle legge italiana". Il Tar del Lazio con ordinanza del 17 dicembre ha rigettato la richiesta di Ryanair di sospensione del provvedimento dell'Ente sull'equipollenza dei documenti di identità e riconoscimento, ricorda in una nota l'ente di aviazione civile, il cui presidente Vito Riggio ha chiesto al direttore generale Alessio Quaranta di "inviare formale protesta all'autorità per l'aviazione civile irlandese e ha personalmente informato il ministro degli Esteri Franco Frattini della situazione. Eventuali comportamenti non conformi a previsioni inderogabili di diritto pubblico saranno segnalate alle competenti autorita"'.
Lo ha annunciato la stessa compagnia aerea irlandese low cost che si è ritagliata ampie fette del mercato dei voli italiano.
La decisione è stata presa "in seguito all'ingiunzione sollevata da Ryanair contro le ordinanze dell'Enac, che obbligano Ryanair ad accettare svariate e non sicure forme di identificazione per i passeggeri che viaggiano sulle rotte domestiche di Ryanair, anche se questi documenti di identità sono costituiti da niente più che licenze di pesca".
"Da quando Ryanair opera con il check-in online al 100% - spiega la compagnia - è obbligatorio per la sicurezza di tutti i voli Ryanair, che tutti i passeggeri di Ryanair acconsentano al momento della prenotazione, di presentare o il passaporto o la carta di identità al gate d'imbarco prima di salire a bordo del proprio volo. Queste procedure di sicurezza sono sempre andate avanti in modo soddisfacente per molti anni su tutte le mille rotte di Ryanair sia per i voli domestici che per quelli internazionali in tutta l'Unione Europea". Ryanair "è rimasta perciò sorpresa e delusa dal fatto che l'Enac, l'autorità dell'aviazione italiana, senza consultare o discuterne con Ryanair, ha introdotto unilateralmente le ordinanze di cui sopra l'11 e il 12 novembre 2009, che hanno interferito con e minato le procedure stabilite. L'ordinanza dell'Enac minaccia di arrestare il personale dell'handling, se si rifiuta di far viaggiare i passeggeri con forme di identificazione non consentite comprese patenti di guida, badge lavorativi o licenze di pesca italiane. Dal momento che queste altre forme di identificazione non hanno soddisfatto gli standard internazionali di sicurezza, il solo risultato delle ordinanze dell'Enac sarà quello di ridurre la sicurezza dei passeggeri di Ryanair e dei voli sulle rotte domestiche italiane". Ryanair "non può permettere che le sue procedure di sicurezza, che sono approvate da tutti i passeggeri al momento della prenotazione con Ryanair, subiscano interferenze e vengano minate dalle ordinanze illegali e inappropriate dell'Enac, che così facendo riduce la sicurezza dei passeggeri e dei voli.
Ryanair dunque "cesserà di operare i voli domestici dagli aeroporti italiani a partire da sabato 23 gennaio (cioé con un mese di preavviso) e questi voli saranno ripristinati solo se Ryanair sarà certa che la sicurezza delle sue operazioni non sarà minacciata dall'interferenza illegale dell'Enac". Ma la polemica non è destinata a placarsi.
La compagnia irlandese lancia addirittura un invito a tutti i passeggeri "a protestare sull'interferenza illegale dell'Enac" con il direttore generale dell'Enac, Alessio Quaranta, pubblicando l'indirizzo della segreteria. Il patron della compagnia Michael O'Leary di Ryanair si dice rammaricato per "gli inconvenienti che questo provvedimento causerà ai passeggeri italiani che viaggiano sulle rotte domestiche. Tuttavia - sostiene - è del tutto scorretto da parte dell'Enac introdurre misure che riducono la sicurezza sui voli domestici italiani rispetto alle misure di sicurezza che già utilizzate con successo su tutti i voli di Ryanair nell'Unione Europea e sui voli domestici di Ryanair in ogni altro paese dell'Unione Europea. Dal momento che questi requisiti di identificazione sono approvati da tutti i passeggeri, non c'è giustificazione per l'Enac ad interferire nelle procedure di sicurezza di Ryanair".
La polemica della compagnia aerea nei confronti dell'Enac è durissima: "La policy di Ryanair sui documenti di identità/passaporto è stata approvata da tutti gli altri paesi dell'Unione Europea, incluso l'Enac, 4 anni fa. L'insistenza illegale dell'Enac sul fatto che Ryanair dovrebbe accettare altre (e meno sicure) forme di identificazione sui voli domestici italiani, che potrebbero risultare sconosciute al nostro personale di volo e al nostro personale di handling, riduce la sicurezza in un modo che è inaccettabile per Ryanair, per il suo personale di volo e per i passeggeri".
La replica dell'ente dell'aviazione civile è altrettanto netta.
"Nessun vettore può operatore sul mercato domestico nazionale senza rispettare l'ordinamento vigente". E' quanto afferma l'Enac "in merito alle infondate e pretestuose dichiarazioni odierne di Ryanair", evidenziando che il vettore low cost è "l'unico operatore comunitario ed internazionale che pretende di volare in Italia in deroga alle legge italiana". Il Tar del Lazio con ordinanza del 17 dicembre ha rigettato la richiesta di Ryanair di sospensione del provvedimento dell'Ente sull'equipollenza dei documenti di identità e riconoscimento, ricorda in una nota l'ente di aviazione civile, il cui presidente Vito Riggio ha chiesto al direttore generale Alessio Quaranta di "inviare formale protesta all'autorità per l'aviazione civile irlandese e ha personalmente informato il ministro degli Esteri Franco Frattini della situazione. Eventuali comportamenti non conformi a previsioni inderogabili di diritto pubblico saranno segnalate alle competenti autorita"'.