Giovanni Nicchi: IL VIDEO DELL'ARRESTO

Cronaca
Il covo del boss Giovanni Nicchi perquisito dagli agenti della squadra mobile di Palermo
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Il giovane astro nascente di Cosa nostra è stato trasferito ieri sera, intorno alle 22, dalla Questura di Palermo al carcere Pagliarelli, dove ha passato la sua prima notte da detenuto, dopo tre anni e mezzo di latitanza

Prima notte in carcere per il boss mafioso Giovanni Nicchi, 28 anni, catturato ieri pomeriggio in un appartamento nei pressi del Tribunale di Palermo dagli uomini della Squadra mobile. Il giovane astro nascente di Cosa nostra è stato trasferito ieri sera, intorno alle 22, dalla Questura di Palermo al carcere Pagliarelli, dove ha passato la sua prima notte da detenuto, dopo tre anni e mezzo di latitanza. All'uscita dalla Questura, un gruppo di parenti di Nicchi e degli altri due favoreggiatori, Alessandro Presti 19 anni e Giusi Amato di 27 anni, hanno gridato e inveito contro i poliziotti..

Nell'appartamento di via Filippo Juvara gli uomini della Polizia scientifica hanno effettuato un nuovo sopralluogo. Fin dalle prime ore del mattino, i poliziotti hanno eseguito ulteriori controlli nel covo al primo piano dove ieri sono stati rinvenuti diversi telefoni cellulari, sul cui uso si sta indagando, e altro materiale ritenuto di notevole interesse. Secondo quanto era emerso da un'indagine, condotta dai Carabinieri durante le indagini per la cattura del boss, poi arrestato dalla Squadra mobile, a Nicchi non piacevano molto i 'pizzini'. Ai foglietti utilizzati dal capomafia Bernardo Provenzano, scritti rigorosamente a macchina, o da Matteo Messina Denaro, ancora latitante, il numero due di Cosa nostra preferiva i pacchetti delle sigarette, dentro i quali poi nascondere i foglietti con gli ordini. Le sigarette, con la posta del giovane boss, erano state sequestrate dagli investigatori a Filippo Burgio, 37 anni, commerciante di motociclette, ma considerato dalle forze dell'ordine 'picciotto' dello Zen di Palermo. Burgio sarebbe stato per molti mesi uno dei principali referenti di Giovanni Nicchi, almeno fino al suo arresto, avvenuto nell’'aprile scorso.

Dopo l'arresto del boss Mimmo Raccuglia, finito in cella 20 giorni fa, Giovanni Nicchi era diventato la guida indiscussa dell'organizzazione e il collettore del pizzo di mezza città. Ricercato dal 2006, quando, con l'operazione denominata Gotha la polizia azzerò i vertici delle cosche cittadine, era riuscito ad estendere il controllo sulla parte orientale di Palermo. Pupillo di Nino Rotolo, capomandamento del quartiere Pagliarelli, era stato condannato a morte dai capimafia di San Lorenzo che non gradivano la sua alleanza con il boss loro nemico. Il progetto di morte doveva compiersi a Milano, città in cui 'u picciotteddu ha trascorso parte della sua latitanza. Amante del lusso e delle donne - ha una compagna da cui ha avuto due figli, uno in latitanza - viveva in un tugurio del centro. "Un covo provvisorio", dice il capo della catturandi di Palermo Mario Bignone. Nel nascondiglio, in cui si trovava con due giovanissimi favoreggiatori, era giunto solo ieri. Probabilmente era stato portato nell'appartamento per incontrare qualcuno.

Gli agenti, nel pomeriggio, hanno avuto la certezza che fosse in casa: a portare gli inquirenti dal boss sarebbe stato l'arrivo dei viveri recapitati da un vivandiere che era tenuto sotto controllo. L'appartamento, solitamente disabitato perché la proprietaria e' morta mesi fa, era già stato messo sotto osservazione dalla polizia. L'arrivo delle provviste nella casa ha confermato i sospetti e ha fatto scattare l'operazione.

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