Messina: celebrati i funerali di Stato

Cronaca
La bara della piccola Ilaria, una delle più giovani tra le vittime dell'alluvione
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La città siciliana ha reso omaggio alle vittime del nubifragio. Nel corso dei funerali di stato l'arcivescovo di Messina Calogero la Piana ha lanciato un durissima omelia

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E' il grido di Gesù dalla croce a irrompere nella cattedrale di Messina, dove si stanno celebrando i funerali di 21 delle vittime dell'alluvione. L'arcivescovo Calogero La Piana, facendosi portatore del senso di angoscia dei sopravvissuti, ha infatti scelto la pagina drammatica del Vangelo di Marco nella quale Gesù muore in croce e grida "Dio mio, Dio mio perche' mi hai abbandonato". (leggi qui il testo completo dell'omelia)

Durante la messa solenne l'arcivescovo di Messina lancia un'omelia durissima che chiama tutti a rispondere delle proprie responsabilità: "Abbiamo ascoltato in questi giorni tante parole sull'instabilità idrogeologica del territori, la  presenza di numerosi torrenti, la mancata opera di prevenzione, l'assenza di una manutenzione ordinaria e l'abusivismo edilizio. Di certo soffriamo, e non poco, per la carente gestione di un patrimonio unico e prezioso, questo nostro territorio. Un patrimonio, il nostro territorio - ha aggiunto- troppo spesso però sfregiato e deturpato, incredibilemnte e insopportabilmente  violentato dal peccato dell'uomo: negligenza e non curanza, interessi  privati ed egoistici, logiche perverse e speculazioni di ogni ordine e grado".

L'arcivescovo ha continuato puntando duramente il dito contro i ripetuti appelli caduti nel vuoto, ha ammonito davanti alle 21 bare delle vittime dell'alluvione - "è soprattutto il silenzio di questi troppi nostri fratelli e sorelle che hanno perso la vita nel tragico nubifragio. Basterà tutto questo? Cos'altro dobbiamo sentire ancora? Cos'altro dobbiamo ancora aspettarci perchè avvenga
una conversione, un cambiamento di rotta?". Il silenzio dei defunti, ha continuato Calogero La Piana "e' il grido più eloquente di ciò che tutti noi oggi osiamo sperare, chiedere e gridare ai responsabili della cosa pubblica: restituiteci la serenità, dateci la garanzia di un piano di sicurezza, fatto di opere concrete e non di carte o di parole vuote e di circostanza, perche' simili tragedie non abbiamo più ad accadere".

Una folla enorme, oltre quattromila persone sul sagrato, ha reso l'ultimo omaggio alle vittime dell'alluvione che ha colpito Messina. Dentro, nella cattedrale della città siciliana, i rappresentati dello stato e i famigliari delle vittime. Non tutti riescono a reggere il dolore e due donne, sedute tra i banchi dei parenti, hanno accusato un malore durante i funerali e sono state trasportate in barella fuori dalla Chiesa. Un dolore, quello che unisce i parenti delle vittime, che supera differenza linguistiche e di credo. Nel corso della messa viene recitato il Padre Nostro anche in romeno, in ricordo di  Monica Balascuta, 48 anni, morta insieme alla 71enne Concetta Cannistraci che accudiva come badante.

Unica nota stonata, il grido lanciato da un uomo alla fine dell'omelia. "Silvio, solo tu ce la puoi  fare. Salvaci", il grido dell'uomo, immediatamente allontanato dal sagrato e la messa è proseguita regolarmente.

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