30mila firme contro il campo eolico a Is Arenas

Cronaca
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Un imponente fronte del no si oppone alla centrale di energia alternativa davanti alla spiaggia di Is Arenas. Cittadini, Provincia e Regione uniti per difendere il territorio. La parola spetta al Ministero delle Infrastrutture

30 mila firme per dire no alla costruzione del campo eolico nel mare di Is Arenas, in provincia di Oristano. Tanti sono i firmatari della petizione consegnata alla Capitaneria di Porto l’8 ottobre. Giovedì, infatti, è stato l’ultimo giorno utile per presentare obiezioni al progetto.

E' imponenete, dunque, il fronte del no che nato dall'azione spontanea degli abitanti della provincia di Orsistano ha via via trovato il sostegno di parlamentari di Pd e Pdl, della Provincia e, alla fine, anche della Regione Sardegna. (Leggi anche: Sardegna, energia pulita o coste incontaminate?)

E ora? Cosa succede ora? La parola spetta al Ministero delle Infrastrutture chiamato a decidere se concedere o meno lo spazio demaniale alla società Is Arenas Renewable Energies Srl di Bosa (Oristano) per la realizzazione di un impianto di energia eolica a poco più di un chilometro e mezzo dalla spiaggia, costituito da una schiera di pale che dall’acqua si stagliano verso il cielo a oltre 100 metri sopra il mare.

Il progetto, presentato lo scorso maggio alla Capitaneria di Oristano dalla società Is Arenas Renewables Energies Srl prevedrebbe, con una concessione sessantennale, l'installazione a partire da un solo miglio dalla riva  di 80 aerogeneratori alti da 119 a 150 metri con pale lunghe dai 90 ai 120 metri.
La vita utile dell'impianto è di 20, 25 anni. Su una superficie a mare di quasi 2.200 ettari e su un'area demaniale di 450 metri quadri.

“Uno scempio dal punto vista ambientale, ma anche un colpo mortale alle risorse turistiche del territorio” recita il testo della petizione contro il rilascio della concessione richiesta dalla Is Arenas Renewables Energies S.r.l per impiantare 80 aerogeneratori per la produzione di energia elettrica alti da 120 a 150 metri.

La società dal canto suo si dice "serena" e "fiduciosa"in un esito positivo del procedimento e nella possibilità che "anche gli scettici e i dubbiosi possano apprezzare la nostra iniziativa che consentirà di produrre energia pulita per fornire oltre 42mila abitazioni senza immettere un solo grammo di anidride carbonica o di altre componenti inquinanti nell'aria che noi e i nostri figli respiriamo".

"Non si può pensare che il mero fatto di produrre energia pulita rappresenti una sorta di passepartout per realizzare simili mostri come e dove si vuole” è invece la dichiarazione ufficiale della Regione Sardegna resa attraverso una nota del presidente Ugo Cappellacci.

Un blog interamente dedicato alla vicenda, tre gruppi su Facebook, un’interrogazione alla Commissione Europea, quattro interpellanze parlamentari (bipartisan), diverse interrogazioni al consiglio regionale della Sardegna, due sit in e una manifestazione a Cagliari. Sono questi gli strumenti usati dai cittadini sardi per salavaguardare la costa e a il diritto di poter decidere sul futuro del proprio territorio.


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