L'ultimo saluto ai caduti in Afghanistan

Cronaca
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Celebrate nella Basilica di San Paolo fuori le mura le esequie solenni dei 6 militari italiani uccisi a Kabul. Le famiglie, le autorità, la gente comune. Un uomo sale sull'altare e urla: "Pace subito"

Migliaia di persone hanno reso omaggio ai 6 parà caduti a Kabul lo scorso giovedì insieme a dieci civili afghani.
Le bare di Antonio Fortunato, Roberto Valente, Matteo Mureddu, Massimiliano Randino, Giandomenico Pistonami e Davide Ricchiuto sono passate tra una moltitudine di persone con bandierine tricolori, accolte da un interminabile applauso anche all'ingresso nella basilica, dove la cerimonia è stata officiata dall'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi.
All'arrivo delle bare Martin, 7 anni, si è alzato e si è avvicinato a quella del papà, il capitano Fortunato, per accarezzarla.

Davanti a ognuna delle bare disposte davanti all'altare maggiore, su un cuscino, la foto, il basco
amaranto della Folgore e le medaglie commemorative dei soldati, tutti promossi al grado superiore dopo l'attentato.
All’interno della Basilica di San Paolo fuori le mura, la stessa che ospitò anche le esequie dei caduti di Nassirya, i familiari, tantissimi militari e le principali cariche militari.
Tanti i parà della Folgore. Giovani, anziani, oppure paracadutisti in congedo in borghese ma con in testa il basco amaranto.
Folta la presenza della politica, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al premier Berlusconi ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, passando per i ministri La Russa, Tremonti, Frattini.

Nell'omelia monsignor Pelvi si è rivolto alle sei vittime chiamandole per nome e dando loro del "tu": "La tua vita a servizio della pace è motivo di consolazione e di gioia per il nostro Paese che vive un grande dolore per la tua tragica scomparsa". E ha aggiunto:  "Le missioni di pace ci stanno aiutando a valutare da protagonisti il fenomeno della globalizzazione, da intendere anche come comunione e  condivisione tra popoli, guidati dalla verita' ".

"Pace subito, pace subito". E' il grido che si e' levato da parte di una persona presente nella basilica per i funerali  durante lo scambio del segno di pace. L'uomo, che ha preso un microfono ed e' andato sull'altare, e' stato subito portato via.

Alla fine della messa, all'uscita delle bare, sulla Basilica sono passate le Frecce Tricolori per rendere
onore ai parà.

Oggi, giornata di lutto nazionale, bandiere a mezz'asta, serrande abbassate, vetrine a lutto e un minuto di raccoglimento in tutte le scuole.

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L'arrivo delle salme a Roma
Il saluto del piccolo Simone Francesco a suo papà
Kabul, il saluto dei commilitoni ai parà uccisi

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