La Cei attacca il Tar: sentenza vergognosa

Cronaca
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La sentenza del Tar che esclude l'insegnamento della religione cattolica dal percorso curriculare degli studenti è sintomo del "più bieco illuminismo che vuole la cancellazione di tutte le identità"' dichiara monsignor Coletti

E' fortemente critica la reazione della Chiesa italiana alla sentenza del Tar che esclude l'insegnamento della religione dalla valutazione sul profitto scolastico degli studenti.

Si tratta di una sentenza che danneggia la laicità ed è sintomo del "più bieco illuminismo che vuole la cancellazione di tutte le identita"'. E' quanto ha rilevato questa mattina mons. Diego Coletti, Presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica. la scuola, l'universita', commentando ai microfoni della Radio Vaticana la sentenza del tribunale amministrativo regionale del Lazio sull'ora di religione.
"La laicità - ha spiegato il vescovo di Como - è danneggiata da questa sentenza perchè per laicità si intende la giusta neutralità di una comunità civile che però dovrebbe essere preoccupata di valorizzare tutte le identità, ciascuna secondo il proprio peso e rilevanza culturale, presenti su un dato territorio".

Al contrario "se per laicità si intende l'esclusione dall'orizzonte culturale formativo civile di ogni identità si cade nel piu' bieco e negativo risvolto dell'illuminismo che prevede che la pace sociale sia garantita dalla cancellazione delle diversita' e delle identita', mentre io credo che uno Stato sanamente laico deve preoccuparsi di far emergere e rispettare e di mettere in rete caso mai e di far crescerete tutte le identita', soprattutto quelle di altro profilo culturale".

"Non è colpa di nessuno - ha aggiunto l'esponente della Conferenza episcopale italiana - se la cultura di questo Paese è stata segnata da secoli e in misura massiccia dalla presenza della religione cattolico. Quindi entrare in un dialogo fecondo con la cultura italiana significa anche, non dal punto di vista confessionale ma dal punto di vista culturale, entrare in dialogo con la religione cattolica. E questo è il motivo dell'insegnamento".

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