Ucraina: crisi grano; Giunta Calabria, aumentare produzione

Calabria

Iniziativa promossa per fare fronte a conseguenze della guerra

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(ANSA) - CATANZARO, 29 MAR - Aumentare la produzione interna per far fronte alle conseguenze della carenza sui mercati di grano ed altre varietà di cereali a causa della guerra in Ucraina. Lo ha stabilito la Giunta regionale della Calabria, presieduta da Roberto Occhiuto, su proposta dell'assessore all'Agricoltura Gianluca Gallo.
    L'esecutivo, "preso atto - é detto in una nota - della grave crisi anche agroalimentare derivante dal conflitto in territorio ucraino, dopo avere già pianificato nei giorni scorsi interventi finalizzati a favorire l'accoglienza dei profughi ucraini, si è impegnato ad attuare provvedimenti utili a fronteggiare la contrazione dell'offerta di cereali per l'alimentazione e l'allevamento sul mercato italiano. Gli eventi bellici hanno ridotto sensibilmente la disponibilità di cereali, con forte aumento di prezzi, a causa anche del contingentamento delle principali importazioni legate al mondo agroalimentare provenienti da Russia, Ucraina e da diversi Paesi dell'Est Europa, alcuni dei quali, come l'Ungheria, hanno deciso di bloccare le vendite all'estero, mentre la produzione italiana è scesa ad una copertura scarsa del 50% del fabbisogno".
    Per questi motivi, la Giunta ha deliberato "di reperire in Calabria terreni seminativi o con vocazione seminativa, al fine di promuovere l'autosufficienza della produzione calabrese e sostenere così anche il livello della produzione nazionale".
    "Di fronte all'eventualità che il conflitto possa protrarsi - ha detto l'assessore Gallo - abbiamo deciso di favorire un aumento della produzione interna. Siamo consapevoli che la questione non potrà essere risolta se non attraverso azioni di più ampio respiro, a livello europeo ed internazionale, ma intendiamo comunque offrire un contributo nella ricerca di ogni possibile soluzione, nella consapevolezza che l'obiettivo primario resta comunque il ristabilimento della pace, anzitutto a tutela di milioni di vite umane". (ANSA).
   

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