I danni del nuovo clima con cui fare i conti

I devastanti incendi in California sono il primo disastro dell’anno di magnitudo mondiale direttamente legato agli effetti del cambiamento climatico. Un reminder di come è cambiato il clima del nostro pianeta e di cosa questo significa per noi in termini di adattamento. L'aumento delle temperature globali intensifica l'evaporazione, carica l'atmosfera di umidità e alimenta tempeste più violente. Allo stesso tempo, il riscaldamento degli oceani fornisce energia supplementare a cicloni e uragani, rendendoli più distruttivi. Inoltre, il clima più caldo altera i pattern atmosferici, causando periodi di siccità prolungata in alcune regioni e piogge torrenziali in altre. Questi effetti combinati trasformano eventi meteorologici normali in catastrofi che mettono in ginocchio intere comunità. Basta guardare all’anno appena passato, per rendersi conto del costo enorme che grava sulle nostre vite, anche in termini di economici. In questo senso è utile dare un occhio al rapporto di Christian Aid, intitolato “Counting the Cost 2024: un anno di crisi climatica”, che ha messo in fila i dieci disastri climatici più costosi del 2024. Secondo lo studio, ciascuno dei dieci disastri più costosi ha provocato danni superiori ai 4 miliardi di dollari. L’impatto economico totale è probabilmente sottostimato, poiché molte delle stime si basano solo sulle perdite assicurate. Al vertice della lista si trova l'uragano Milton, che ha colpito gli Stati Uniti ad ottobre, causando danni per 60 miliardi di dollari e la perdita di 25 vite umane. Seguono l'uragano Helene, con 55 miliardi di dollari di danni e 232 vittime, e le inondazioni in Cina, che hanno devastato il paese causando danni per 15,6 miliardi di dollari e 315 morti. Gli Stati Uniti hanno subito un pesante tributo economico, con diverse tempeste che hanno complessivamente causato oltre 120 miliardi di dollari di danni e numerose vittime. L’Europa ha riportato danni significativi, con la tempesta Boris e le inondazioni in Spagna e Germania che hanno provocato complessivamente 13,87 miliardi di dollari di danni e 258 vittime. Anche il Brasile è stato colpito duramente, con inondazioni nello stato di Rio Grande do Sul che hanno causato danni per 5 miliardi di dollari e la morte di 183 persone. Il rapporto mette in evidenzia anche 10 eventi devastanti che hanno avuto un impatto umano ed ambientale altrettanto grave, soprattutto nei Paesi poveri. Questi eventi includono il ciclone Chido, che ha colpito le isole di Mayotte causando oltre mille morti, e una grave siccità in Colombia che ha fatto scendere il livello del fiume Amazonas del 90%, minacciando le comunità indigene. In Africa occidentale, inondazioni senza precedenti hanno colpito oltre 6,6 milioni di persone in Nigeria, Ciad e Niger. Nel sud del continente, la peggiore siccità mai registrata ha messo in pericolo la sopravvivenza di più di 14 milioni di persone in paesi come Zambia, Malawi e Zimbabwe. Nel sud-est asiatico, il tifone Yagi ha devastato Filippine, Laos, Myanmar, Vietnam e Thailandia, causando oltre 800 morti e distruggendo terreni agricoli e abitazioni. “La sofferenza umana causata dalla crisi climatica riflette scelte politiche - ha dichiarato Patrick Watt, CEO di Christian Aid - Non c'è nulla di naturale nell'aumento della gravità e della frequenza di siccità, inondazioni e tempeste.” Secondo Watt è necessario accelerare lo sforzo per aumentare di processi di mitigazione, per ridurre le emissioni di carbonio e proteggere le popolazioni più vulnerabili. Il rapporto mette in luce un altro aspetto critico: l'iniquità dell'impatto climatico. Mentre i paesi ricchi, responsabili della maggior parte delle emissioni globali, sono in grado di permettersi misure di adattamento, i paesi poveri ne subiscono le conseguenze più gravi senza disporre delle risorse necessarie. Mohamed Adow, direttore di Power Shift Africa, ha ricordato che “l'Africa contribuisce a meno del 4% delle emissioni globali ma subisce un terribile tributo umano. Abbiamo bisogno di un supporto finanziario per affrontare una crisi climatica causata dal mondo ricco.” Nonostante il quadro fosco, il rapporto di Christian Aid offre un messaggio di speranza: è ancora possibile invertire la rotta. Accelerare la transizione energetica, fornire supporto finanziario ai paesi vulnerabili e rispettare gli impegni internazionali sono passi fondamentali per affrontare la crisi climatica. Il 2024 ci lascia un monito chiaro: l'inazione non è un'opzione. La salvaguardia del nostro pianeta e delle future generazioni dipende dalle scelte che faremo oggi.

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