Introduzione
Il deserto del Sahara, nella sua zona meridionale, sta diventando sempre più verde. E non è una buona notizia. Come emerge dalle immagini satellitari, la vegetazione è chiaramente aumentata nelle zone del Niger e del Ciad e risulta ancora più rigogliosa appena sopra l'equatore nella Repubblica Centrafricana.
Le cause sono due: un anomalo afflusso di pioggia negli ultimi anni in quelle zone e le alterazioni nell'ecosistema. Il trend vede precipitazioni in aumento in una regione che storicamente dovrebbe registrare piogge sotto i 25 mm l'anno. A livello generale, si registra uno spostamento più a Nord di quanto accade solitamente della cosidetta "zona di convergenza intertropicale": tale migrazione scatena tempeste in Niger, Ciad, Sudan e altri Paesi africani, con alluvioni, rotture di dighe e gravi conseguenze per la popolazione locale.
Quello che devi sapere
Vegetazione in aumento nel Sahara
- Il deserto del Sahara, nella sua parte meridionale, sta diventando sempre più verde. E non è una buona notizia. Come spiega la Cnn allegando foto satellitari, nelle zone tipicamente aride del continente africano, dove le temperature sono molto elevate e la pioggia quasi inesistente, si sta registrando negli ultimi anni un incremento della vegetazione. Ma dove esattamente?
Per approfondire:
Le polveri del Sahara in Italia: cosa sono e i rischi
Un verde rigoglioso
- Le immagini fornite dal satellite Modis della Nasa mostrano l'estensione della vegetazione in data 12 settembre 2024. Il verde è chiaramente aumentato nelle zone del Niger e del Ciad, nel Sahara meridionale, e risulta ancora più scuro (ossia rigoglioso) appena sopra l'equatore nella Repubblica Centrafricana. Ma a cosa è dovuto questo cambiamento?
Le cause /1
- I punti su cui convergono gli scienziati sono due: un anomalo afflusso di pioggia negli ultimi anni e alterazioni nell'ecosistema della regione. L'aridità in alcune zone del Sahara sta lasciando spazio al verde come conseguenza di un trend che vede precipitazioni in aumento. E così nascono arbusti e piante in aree dove le piogge, storicamente, non dovrebbero superare i 25 mm all'anno
Le cause /2
- Oltre all'aumento delle precipitazioni, sullo sfondo c'è il cambiamento climatico, che si fa sentire sulla "zona di convergenza intertropicale". Con questo termine si intende quell'area del pianeta situata in prossimità dell'equatore dove si ha la convergenza degli alisei (cioè dei venti) dell'emisfero boreale e dell'emisfero australe e la risalita di masse d'aria calda, che provocano instabilità atmosferica con piogge e temporali
Le cause /3
- Questa zona di convergenza intertropicale tende a spostarsi più a nord. A spiegarlo alla Cnn è Karsten Haustein, ricercatore sul clima presso l'Università di Lipsia in Germania: "Tale zona migra più a nord man mano che il mondo diventa più caldo. Questo è ciò che suggeriscono la maggior parte dei modelli". E uno studio pubblicato sulla rivista Nature a giugno 2024, sostiene che tale spostamento della fascia intertropicale potrebbe essere sempre più frequente nei prossimi due decenni
Le cause /4
- Andando ancora di più nello specifico, come illustra Haustein, questa fascia è solita migrare a Nord dell'equatore nei mesi estivi dell'emisfero settentrionale e abbassarsi a sud dell'equatore durante i mesi caldi dell'emisfero meridionale. Ma qualcosa è cambiato
Le cause /5
- Da almeno metà luglio la zona si è spostata più a Nord del solito, scatenando tempeste nel Sahara meridionale che hanno investito parti del Niger, del Ciad e del Sudan, come riporta anche il Climate Prediction Center della Noaa, l'agenzia governativa statunitense che si occupa di previsioni meteorologiche, monitoraggio delle condizioni oceaniche e atmosferiche e tracciamento di mappe dei mari
Le inondazioni /1
- I dati registrati a luglio ci dicono che i Paesi africani sopracitati hanno visto aumentare le proprie precipitazioni del 400% rispetto alla media. Insomma, man mano che il mondo si riscalda, l'aria è in grado di trattenere più umidità e ciò potrebbe portare a monsoni complessivamente più umidi e a inondazioni più devastanti, proprio come avvenuto in questa stagione in Ciad e Niger. Condizioni che, nel sud del Sahara, stanno favorendo la crescita di piante
Le alluvioni /2
- Come scrive l'Unicef, che ha acceso i propri fari sulle alluvioni in Africa e sulle conseguenze sulla popolazione, si stima che quest'anno le gravi inondazioni che hanno colpito duramente dalla Liberia alla Nigeria, passando per il Mali, il Niger e il Ciad, abbiano creato enormi disagi a circa 4 milioni di persone, molte delle quali bambini, "sfollando almeno 500mila persone e distruggendo più di 300mila case". Anche il Sudan è stato colpito da inondazioni a fine agosto, che hanno provocato la morte di almeno 132 persone e distrutto più di 12mila case
Le alluvioni /3
- Nel Nordest della Nigeria, lo scoppio di una diga questa settimana ha reso ancora più complicata la situazione degli sfollati: si stima che il 40% della città di Maiduguri sia stato allagato, colpendo fino a 200mila persone. Anche altre dighe nella regione sono sotto pressione a causa delle forti piogge, con il timore che eventuali rotture di dighe simili portino a sfollamenti ancora maggiori
Il Sahara era una pianura verde?
- Già nel 2019 si era parlato di vegetazione e Sahara, seppur in altri termini. Un'analisi dei depositi delle polveri ha permesso di ricostruire la storia del clima di quest'area negli ultimi 240.000 anni. L'ipotesi che ne è derivata è che il Sahara cambi radicalmente aspetto ogni 20.000 anni, trasformandosi da un deserto in una pianura verde e viceversa
La ricerca /1
- Nello studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) ritengono che tali trasformazioni possano essere dovute ai cambiamenti dell'inclinazione dell'asse terrestre, che periodicamente modificano il modo in cui la Terra riceve i raggi del Sole. Vediamo i dettagli
La ricerca /2
- I ricercatori del Mit, analizzando le polveri depositate al largo delle coste dell'Africa occidentale negli ultimi 240.000 anni e presenti nelle carote di sedimenti estratte dai fondali, hanno scoperto che il Sahara e il Nord Africa in generale hanno oscillato tra un clima umido e secco ogni 20.000 anni, in sincronia con i cambiamenti dell'inclinazione dell'asse terrestre
La ricerca /3
- Come spiegano gli studiosi, per quanto riguarda il Nord Africa, è probabile che quando la Terra è inclinata per ricevere la massima luce solare estiva l'aumento del calore solare intensifichi l'attività dei monsoni della regione, che a sua volta rende il Sahara più umido e verde. Quando l'asse del pianeta si sposta su un angolo che riduce la quantità di luce solare in arrivo sul Nord Africa, l'attività dei monsoni nella regione si indebolisce, producendo un clima più secco
La ricerca /4
- La scoperta è importante "per comprendere la storia di questo deserto e in quali tempi è stato ospitale per l'uomo", aveva detto il professore David McGee del Mit. Il Sahara, quindi, non sarebbe sempre stato desolato e arido. Pitture rupestri primitive e fossili scoperti indicano come questo deserto in passato sia stato un'oasi relativamente verdeggiante, dove prosperavano insediamenti umani
Per approfondire:
Tutti gli effetti del cambiamento climatico