Moria di salmoni in Norvegia. Crisi per un mercato da 11 miliardi

Ambiente
Nadia Cavalleri

Nadia Cavalleri

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Quasi 63 milioni di salmoni sono morti prematuramente nel 2023 nei grandi recinti sottomarini tra i fiordi. Cosa succede negli allevamenti norvegesi e cosa finisce nei nostri piatti?

Il più importante produttore di salmone atlantico ha visto, negli ultimi sei anni, un aumento costante e sempre maggiore di esemplari morire prematuramente. Oltre a riflettere sulla questione etica che riguarda gli allevamenti e la salute dei salmoni, si iniziano a calcolare i mancati guadagni, che per un’industria da 11 miliardi di dollari (tradotto in pasti sono 16 milioni al giorno!) equivalgono a circa due miliardi di dollari. Il tasso di mortalità fra i salmoni è attualmente arrivato al 16.7%, un record raggiunto nel 2023. 

A salmon jumps in a submerged cage in front of the feeding system  at a farm of Norwegian world's largest salmon producer Marine Harvest on September 11, 2014 in Indre Oppedal, 100 km from Bergen.  AFP PHOTO  ERIC PIERMONT        (Photo credit should read ERIC PIERMONT/AFP via Getty Images)
Salto di un salmone - ©Getty

Quali sono le cause di questa moria crescente?

Lo abbiamo chiesto al direttore per la salute e il benessere degli animali acquatici del Norwegian Veterinary Institute, il Prof. Edgar Brun, che ci ha spiegato che: “In qualsiasi produzione industriale di alimenti si osservano mortalità e malattie per gli animali; quindi questo di cui parliamo non è un problema specifico dell’acquacoltura del salmone”. Resta il fatto che il numero di pesci malati sta aumentando e molti esemplari sono feriti o presentano deformazioni quindi in Norvegia stanno lavorando per capire come risolvere il problema.

Ogni anno l'Istituto veterinario norvegese produce un rapporto sulla salute dei pesci che descrive lo stato di salute dell'industria, e in questo rapporto vengono descritti i vari fattori e le malattie più importanti per il tasso di mortalità, insieme alle sfide del “welfare”. “Facendo questo studio ogni anno”, prosegue il Prof. Brun “siamo anche in grado di dire qualcosa sui possibili miglioramenti, peggioramenti o semplicemente sullo status quo nel corso degli anni. La nostra conclusione per il 2023 è che la mortalità totale è aumentata lentamente negli ultimi 5-6 anni raggiungendo il massimo storico per il 2023 con ca. 63 milioni di pesci morti nella fase di crescita nel mare. Ci sono alcuni risultati positivi, ma la tendenza principale rispetto alle malattie e al benessere dei pesci non sta migliorando.  Le lesioni cutanee causate dal trattamento meccanico dei pidocchi del salmone e dalle infezioni batteriche sono una delle principali cause dell'elevata mortalità”.

Cosa succede a questi salmoni malati, vengono buttati o finiscono sulle nostre tavole?

I salmoni che muoiono prematuramente non vengono buttati, ma trasformati in mangime per animali oppure in biocarburante. La stampa norvegese ha accusato l’industria degli allevamenti di mettere in commercio, classificandolo come pesce “superior” quindi di prima qualità, anche il salmone malato, ovvero pesci che al momento della macellazione sono in pessime condizioni di salute o addirittura già morti. Su questo punto specifico il Prof. Brun ci ha risposto che “Nessuno degli agenti patogeni che causano malattie nel salmone prodotto in Norvegia incide sulla salute umana; inoltre, nella produzione del salmone norvegese non viene fatto quasi alcun uso di antibiotici, quindi rispetto alle varie malattie del salmone, niente di male sta finendo nei nostri piatti”.

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