Oceani, acque sempre più calde: nuovi record nel 2023

Ambiente
Alberto Giuffrè

Alberto Giuffrè

Nuovo studio pubblicato sulla rivista “Advances in Atmospheric Science”: temperatura aumentata di un valore compreso tra gli 8 e i 15 ZettaJoule rispetto al 2022. Per avere un’idea, 1 ZettaJoule equivale al doppio della quantità di energia che alimenta ogni anno l’economia mondiale. Aumenteranno gli eventi estremi

C’è un nuovo dato, preoccupante, che porterà a tempeste più violente, con piogge e venti più forti e, quindi, con un maggior rischio di inondazioni, anche in Italia. Il dato riguarda l’Oceano e ci dice che la sua temperatura è aumentata di un valore compreso tra gli 8 e i 15 ZettaJoule rispetto al 2022. Per avere un’idea, 1 ZettaJoule equivale al doppio della quantità di energia che alimenta ogni anno l’economia mondiale. I due valori sono imputabili a diversi metodi di calcolo. Ma entrambi, messi insieme, restituiscono una curva verso l’alto sorprendente.

Il Mediterraneo è il bacino che si scalda di più

Le misurazioni affidabili sulle acque partono dal 1940 ma, secondo gli scienziati, è probabile che l’Oceano non è mai stato così caldo negli ultimi 1000 anni e che si sta riscaldando a una velocità mai vista negli ultimi 2000 anni. Scenario globale ma con picchi locali: il Mar Mediterraneo, nel 2023, si è confermato il bacino che si scalda più raggiungendo il valore più elevato dall’inizio delle rilevazioni moderne.

Le conseguenze per la vita marina

Lo studio è stato pubblicato dalla rivista “Advances in Atmospheric Science” che ricorda come le acque oceaniche ricoprano il 70% del pianeta e assorbano circa il 90% del calore causato dal riscaldamento globale. Il forte aumento riguarda anche la stratificazione e la salinità delle acque. Le aree salate continuano a divenire sempre più salate con conseguenze dirette sulla vita marina, sulle correnti oceaniche e sulle interazioni con l’atmosfera. Nei giorni scorsi era arrivata la conferma che il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato. Anche nel caso dell’Oceano, all’origine delle anomalie c’è soprattutto la crisi climatica provocata dall’uomo con i combustibili fossili. Le conseguenze, continueremo a vederle anche nei prossimi dodici mesi. 

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