Lombardia, anche l'acqua ad uso potabile contaminata da Pfas: l'indagine di Greenpeace

Ambiente
da Twitter

Su circa 4mila campioni analizzati tra il 2018 e il 2022, circa il 19% del totale è risultato positivo alla presenza di queste sostanze chimiche, considerate potenzialmente pericolose per la salute umana. Record negativo a Lodi

Negli acquedotti italiani ci sono gli "inquinanti eterni". Ovvero PFAS acronimo inglese di PerFluorinated Alkylated Substances. Si tratta di  sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate. Una nuova indagine di Greenpeace italia e pubblicata dal Corriere della Sera ha mostrato che queste sostanze chimiche artificiali sono altamente persistenti negli acquedotti lombardi e destinate al consumo umano .  

L’indagine in Lombardia

Lo studio è stato condotto grazie a numerose richieste di accesso agli atti indirizzate a tutte le Agenzia di Tutela della Salute (ATS) e agli enti gestori delle acque potabili lombarde. Su circa  4mila campioni analizzati tra il 2018 e il 2022, circa il 19% del totale è risultato positivo alla presenza di PFAS. Sono migliaia i cittadini lombardi che bevono ogni giorno acqua contenente PFAS, usata anche per cucinare o irrigare campi e giardini.

Emergenza ambientale

Greenpeace Italia lancia l’ allarme e parla di emergenza ambientale e sanitaria.  “Dai cosmetici ai capi di abbigliamento impermeabili, dalle padelle antiaderenti agli imballaggi di carta, i PFAS sono un ampio gruppo di sostanze chimiche di sintesi impiegate dagli anni ’40 del Novecento in vari comparti industriali” spiega al Corriere Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia . Studi scientifici recenti ci dicono che per queste sostanze è stato superato il corrispondente limite planetario. Perché si ritrovano, ormai, in ogni angolo del globo: dalle calotte polari al latte materno delle orse, dal nostro cibo, nell'aria che respiriamo e anche nella pioggia. "L'inquinamento generato è, insomma, fuori controllo” aggiunge Ungherese. 

Problemi di salute

L'esposizione a questa sostanza è stata associata a una serie di effetti negativi sulla salute: dal problema alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario. Ma anche obesità, diabete, elevati livelli di colesterolo. Greenpeace Italia ha fornito una mappatura per controllare gli esiti delle indagini e verificare quanti campioni di acqua a uso potabile non rispettano i valori limite.

 

Maglia nera alla provincia di Lodi

Il record negativo è detenuto dalla provincia di Lodi, con l’84,8% dei campioni risultato positivo alla presenza di PFAS. Seguono le province di Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6% e il 41,2%. La provincia di Milano ha il triste primato del maggior numero di campioni in cui sono stati rilevati PFAS (ben 201), seguita dalle province di Brescia (149) e Bergamo (129).

L’appello al governo

PFAS pur essendo sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana vengono utilizzate perché non c’è ad oggi una legge che blocchi la produzione e l'utilizzo in Italia. "Governo, Parlamento e Ministeri competenti devono assumersi le proprie responsabilità varando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i PFAS, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione di tutti i responsabili dell’inquinamento" conclude Ungherese di Greenpeace Italia.

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