Siccità in Cina, esercito tenta di creare piogge artificiali in Hubei

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Di recente sono stati avvistati alcuni militari intenti a svolgere una serie di operazioni legate proprio alla “semina delle nuvole” o cloud seeding. Al momento, però, i risultati non stanno dando i frutti sperati 

La siccità che in questo periodo sta coinvolgendo diversi Paesi nel mondo, dall’Italia alla Spagna passando per l’Inghilterra, ha colpito anche la Cina. Dopo mesi di difficoltà a livello climatico, infatti, le autorità cinesi hanno deciso di bombardare il cielo con ioduro d’argento, un composto inorganico costituito da un atomo di argento e un atomo di iodio. Obiettivo quello di indurre le piogge in maniera artificiale. Al momento, però, i risultati legati alla “semina delle nuvole” o cloud seeding non stanno dando i frutti sperati tanto che, come riporta anche “Il Corriere della Sera”, nella Repubblica Popolare la crisi idrica sta provocando la chiusura delle fabbriche e mettendo in crisi la produzione in molte aree.

La situazione in Cina

Per ovviare alle perduranti ondate di calore e a mesi di siccità che soltanto in alcune Regioni, tra cui la provincia di Qinghai, sono stati rotti da nubifragi e inondazioni, la Cina ha pensato dunque di tentare questa carta così particolare. Pochi giorni fa, infatti, sono stati avvistati alcuni militari nella provincia di Hubei, proprio nel cuore della Cina, intenti a svolgere una serie di operazioni legate proprio alla “semina delle nuvole”. Ma i tentativi di provocare la pioggia artificiale starebbero fallendo a causa delle condizioni climatiche, particolarmente ostiche. L’ostacolo più rilevante ai razzi lanciati in cerca di pioggia sarebberappresentata dalla mancanza di copertura nuvolosa. Intanto, di recente, nella regione dello Sichuan, a Sud-Ovest del Paese, la siccità ha messo in ginocchio il comparto dell’energia idroelettrica, dalla quale dipende l’80% della popolazione locale, circa 84 milioni di abitanti. Non c’è acqua e manca l’energia. Con tante fabbriche costrette alla chiusura o aperte a rotazione. A complicare la situazione, poi, le continue ondate di calore che stanno mettendo in crisi le aziende elettriche per l’utilizzo estremo dei condizionatori. Secondo quanto riferito dal “National climate center” della Cina, gli ultimi due mesi sono risultati i più caldi di sempre, con punte costanti che hanno superato i 40 gradi.

L’esperimento del Tibet

Esperimenti come quello cinese delle piogge indotte si sono già verificati altrove. Nel 2018, in Tibet, le riserve di acqua dolce si ritrovarono praticamente a secco a causa della siccità. Così, le autorità locali iniziarono a pensare di utilizzare una tecnologia militare da adattare a scopi civili. Il progetto avrebbe dovuto garantire 10 miliardi di metri cubi di pioggia artificiale ogni anno, veicolate su un’area pari a 1,6 milioni di chilometri quadrati. Il sistema prevede un’installazione di camere di combustione, sistemate su un altopiano, pronte a bruciare carburante solido generando particelle di ioduro d’argento, il composto maggiormente utilizzato nelle pratiche di “cloud seeding” per la produzione di nuvole artificiali. Il lavoro poi viene completato da alcuni speciali aerei che gettano sopra le nuvole artificiali alcune sostanze chimiche con l’obiettivo di ingrossarle e appesantirle di pioggia.

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