
Clima, 4 miliardi di persone entro il 2100 vivranno in luoghi “inadatti”
È il risultato di una ricerca condotta dall'Università dell'Exter, pubblicata su bioRvix. Se entro la fine del secolo la temperatura globale salisse di 2,7°C, fino al 42% della popolazione globale corre il rischio di trovarsi in condizioni climatiche avverse. I Paesi più colpiti saranno India, Nigeria e Indonesia

Il cambiamento climatico potrebbe restringere il numero di luoghi adatti alla vita degli uomini, con la possibilità che entro il 2100 circa quattro miliardi di persone si trovino a vivere in ambienti “inadatti” all’essere umano
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La stima viene da uno studio guidato dal ricercatore Tim Lenton, Università dell’Exter (Regno Unito), pubblicato su bioRvix. Negli ultimi 8mila anni, spiega Lenton, le persone si sono radunate principalmente nelle località con temperature che garantiscono i migliori livelli di vivibilità e le colture migliori
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La densità di popolazione è più alta dove si registrano temperature medie annuali intorno ai 13°C. In seconda battuta, i luoghi privilegiati per gli insediamenti umani sono quelli con temperature che salgono fino ai 27°C, senza superarli (in foto, smog su Los Angeles)
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Lenton e il suo team di ricercatori hanno stimato come il surriscaldamento globale potrebbe cambiare questi equilibri millenari, formulando due ipotesi: la prima prende in analisi il caso in cui entro la fine del secolo la temperatura mondiale salisse di 2,7°C; la seconda se invece l’aumento si fermasse a 1,5°C
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Nella prima eventualità, secondo il pull di ricerca inglese, tra il 21 e il 42% della popolazione mondiale si troverebbe a vivere in zone con temperatura media annuale al di sopra dei 29°C. Se si ipotizza che verso la fine del secolo saranno 9,5 miliardi le persone ad abitare la terra, significherebbe che 4 miliardi di queste si troverebbero fuori da una “nicchia climatica umana” ideale
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Ogni piccola conquista nel riuscire a evitare un surriscaldamento così marcato porterebbe benefici, sottolinea Lenton. E quindi, se si riuscisse a bloccare il termometro a +1,5°C – un’ipotesi che gli studiosi considerano tuttavia già poco fattibile – in India il numero di persone fuori dalla sfera climatica ideale si ridurrebbe di sei volte rispetto alla prima ipotesi (in foto, forte pioggia a Mumbai, India)

Nel 2015, unendo cambiamenti climatici e demografici, la percentuale era già salita al 12%. Le persone, dice Lenton, in realtà vivono già un po’ in tutto il mondo – “dalla Siberia al Sahara” – e quindi è possibile vivere fuori dai climi considerati come i più adatti. Ma in questi luoghi la vita è più difficile per vari motivi: si registrano difficoltà nel mettere in piedi buone coltivazioni, ci sono pericoli per la salute, scoppiano sfide per la pace

"Non viviamo in un mondo in cui tutti sono abbastanza ricchi da cercare di isolarsi dal clima", conclude Lenton

Va inoltre specificato che l'analisi non tiene conto di altre importanti variabili che impatteranno sul mondo, come l'innalzamento del livello dei mari e gli effetti a cascata di condizioni meteorologiche estreme