Giornata Mondiale dell’Istruzione: a scuola di Ocean Literacy

Ambiente

Chiara Puglisi

Il tema della giornata dell’Istruzione è "Cambiare rotta, trasformare l'istruzione" e la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'Unesco presenta "A new blue curriculum: Toolkit for policymakers", il nuovo toolkit pensato per offrire a decisori politici e autorità educative strumenti, ricerche, casi di studio e metodologie per inserire nei programmi scolastici l'Ocean Literacy

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato per oggi la Giornata Mondiale dell'Istruzione. In questo contesto la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'Unesco ha chiesto a gran voce di introdurre l'Ocean Literacy, l'educazione all'oceano, all'interno dei programmi scolastici in tutto il mondo per diffondere l'Abc della conoscenza del mare. La richiesta viene ribadita da Francesca Santoro, Specialista di Programma della Commissione e promotrice in Italia del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile (2021-2030). Alla luce dei cambiamenti del mondo scolastico causati dalla pandemia e con un occhio sempre vigile sui temi dedicati alla salvaguardia dell’oceano, la Commissione  Oceanografica Intergovernativa ha presentato "A new blue curriculum: Toolkit for policymakers", il nuovo toolkit pensato per offrire a decisori politici e autorità educative strumenti, ricerche, casi di studio e metodologie per inserire nei programmi scolastici l'Ocean Literacy. 

 

Gli obiettivi

L'obiettivo è introdurre nelle scuole il "curriculum blu", un percorso di formazione e sensibilizzazione a 360 gradi legato all'oceano sia per formare le nuove generazioni dal punto di vista scientifico ma anche far sì che sviluppino una coscienza critica e diventino parte attiva del cambiamento, prendendosi cura del Pianeta. Il mare produce dal 50 all'80% dell'ossigeno che respiriamo, controlla il clima globale e ha un ruolo cruciale anche dal punto di vista economico, basti pensare che se l'oceano fosse un Paese sarebbe la settima potenza mondiale.

 

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La parola all’esperto

Abbiamo raggiunto Francesca Santoro, Specialista di Programma della Commissione e le abbiamo chiesto perché è così importante fare entrare nelle scuole una didattica interamente dedicata all’educazione all’oceano: “Se fino a questo momento l’ocean literacy o educazione all’oceano è sempre stata considerata come qualcosa da sviluppare principalmente in contesti non formali o attraverso progetti specifici il nostro obiettivo è fare in modo che diventi parte integrante dei programmi scolastici. Ci rendiamo conto che sarà un processo lungo che richiederà anche la capacità di lavorare in maniera diversa a seconda del paese in cui troveremo ma sappiamo anche che abbiamo il Decennio delle Scienze del Mare delle Nazioni Unite che durerà fino al 2030. In questo contesto ci proponiamo di lavorare assieme ai governi, a pedagogisti a scienziati del mare e a esperti di scuola per segnare un vero e proprio cambio di passo. Vorremmo che si parlasse di mare non solo durante le ore di scienze ma che si potesse parlare di mare e di oceano in maniera interdisciplinare. Le questioni relative alla tutela del mare non si possono affrontare solo considerando un approccio scientifico. Basti pensare alle questioni legate agli impatti degli effetti del cambiamento climatico e del conseguente aumento del mare sulle migrazioni e sull’economia”.  

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Le scuole blu

Ma esistono già esempi virtuosi che mirano in questa direzione ed è la stessa Santoro che ci ha dato qualche esempio da cui partire per provare a sviluppare anche in Italia questo tipo di progetti: ”Un altro nostro obiettivo con la proposta che lanciamo oggi in occasione della giornata internazionale dell’istruzione è di sottolineare che esistono già iniziative che lavorano per portare più “mare” a scuola. Parlo a esempio della rete delle scuole blu, nata in Portogallo e ora presente in Europa e anche nei paesi di entrambe le sponde dell’oceano Atlantico. Le scuole blu sono scuole che scelgono di lavorare su un tema legato all’oceano, dall’inquinamento da plastica alla pesca sostenibile, assieme alla cittadinanza ai portatori di interesse e alla comunità scientifica anticipando uno dei trend identificati dall’UNESCO per il futuro della scuola. Ecco la nostra proposta si immagina una scuola più connessa alla società, un’apertura maggiore che dovrebbe portare a considerare anche luoghi diversi dagli edifici scolastici per portare avanti percorsi di apprendimento. In questa direzione va un altro progetto a cui come UNESCO stiamo lavorando, la creazione del primo asilo della laguna. Un asilo basato sui principi dell’outdoor education, della biofilia e della intelligenza naturalistica. Il nostro asilo della laguna aprirà a Venezia a settembre 2022”

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