
Le stime indicano che il degrado del suolo causato dall'uomo interessa almeno 1,6 miliardi di ettari in tutto il mondo, con ripercussioni dirette su 3,2 miliardi di persone. Istituita nel 1994, la ricorrenza punta a rimarcare l'urgenza di trovare soluzioni efficaci per combattere la scarsa disponibilità idrica. Se il fenomeno non subirà una drastica diminuzione, entro il 2050 il 90% degli ecosistemi rischia una trasformazione irreversibile
La siccità è in crescita nel mondo e a metà maggio 2025 il 40% del territorio europeo risultava già colpito da questo fenomeno: è l'allarme lanciato dal Wwf in occasione della giornata mondiale contro la siccità che si celebra ogni 17 giugno. Le stime indicano che il degrado del suolo causato dall'uomo interessa almeno 1,6 miliardi di ettari in tutto il mondo, con ripercussioni dirette su 3,2 miliardi di persone. Mentre la desertificazione colpisce principalmente le zone aride della Terra - ma anche in Italia vi sono zone a rischio desertificazione -, la siccità è diventata un evento comune in molte aree del mondo. Al momento, condizioni di allerta siccità sono presenti nella regione del Mar Baltico, in Irlanda, nel Regno Unito, nella Francia settentrionale, nel Benelux, in diverse regioni della Germania, in alcune zone delle pendici settentrionali delle Alpi, in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bielorussia, gran parte dell'Ucraina, Russia meridionale, Romania centrale e occidentale, Bulgaria, alcune regioni della Grecia, piccole aree dei Balcani occidentali, Cipro, gran parte della Turchia, Malta e le isole del Mediterraneo sud-orientale. In Italia ci sono varie regioni a rischio siccità, ad iniziare dalla Sicilia. Il problema però non è solo il cambiamento climatico, ma anche la gestione fallimentare dell'intera politica regionale del settore: oggi nell'isola sono presenti 47 invasi di cui solo 30 funzionano e neanche a pieno regime, la rete idrica di distribuzione perde in alcune zone fino ad oltre il 55%, vengono costruiti dissalatori in aree dove erano già presenti, ma erano stati abbandonati. È evidente che quello che manca è una gestione responsabile della risorsa idrica. In Italia, afferma il WWf "nonostante il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica si fosse adoperato per far approvare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici nel 2023, da allora nulla è stato fatto per attuarlo e nell'ultima Legge di Bilancio non si trova menzione né impegni di spesa. La complessità del rischio di siccità richiede invece politiche intersettoriali che tengano conto innanzitutto del bilancio idrico almeno a livello di bacino idrografico, che deve essere aggiornato secondo i dati più recenti: la disponibilità d'acqua, infatti, si è ridotta del 19% nell'ultimo trentennio rispetto al precedente". Il 17 giugno è il giorno scelto dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità. L’obiettivo è porre l’attenzione sul problema dell’impoverimento delle terre fertili a vantaggio dell'urbanizzazione e delle colture intensive che, ad oggi, ha già stravolto il 70% degli ecosistemi globali.
Istituita nel 1994
La Giornata celebra la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD - United Nations Convention to Combat Desertification in Those Countries experiencing serious drought and/or desertification, particulary in Africa”), che è stata siglata proprio il 17 giugno del 1994. Il testo, unico strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla gestione del territorio e sulla siccità, fissa una serie di regole necessarie per contrastare il fenomeno, mettendo in relazione lo sviluppo socio-economico con la protezione ambientale. La gestione del territorio e del suolo, infatti, non può prescindere da consumi sostenibili.
Le cause di desertificazione e siccità
Le Nazioni Unite ricordano come la desertificazione e la siccità siano diretta conseguenza delle attività umane e dei conseguenti cambiamenti climatici. Questi fenomeni si verificano a causa dello sfruttamento eccessivo e all'uso inappropriato degli ecosistemi delle terre aride (circa un terzo della superficie terrestre), che sono le più sensibili a forme di impoverimento. A mettere a rischio la produttività di queste terre incidono diversi fattori, tra cui la deforestazione, il pascolo eccessivo e le cattive pratiche di irrigazione ma anche, indirettamente, la povertà e l’instabilità politica.
