
Il vertice del 30 e 31 ottobre a Roma sarà il banco di prova in vista della Cop26 di Glasgow. Ma al momento la maggior parte dei partecipanti al summit dei Grandi non ha raggiunto neppure i vecchi obiettivi. Solo sei Stati si sono dati da fare in materia di inquinamento

I Paesi del G20 si riuniranno il prossimo fine settimana (30 e 31 ottobre) a Roma per discutere anche di clima e inquinamento. E proprio i partecipanti al vertice sono i maggiori "inquinatori": l'80% delle emissioni globali di gas serra è infatti prodotto dai Grandi. Ma solo 6 Paesi del G20 hanno alzato i target sul clima, molti non hanno neanche raggiunto i vecchi obiettivi
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La Conferenza mondiale sul clima, la Cop26 di Glasgow, si avvicina e i Grandi Paesi non dimostrano ancora di aver preso impegni realmente stringenti sull'abbandono del carbone, il combustibile fossile maggior colpevole del riscaldamento globale
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Questa situazione fa dunque temere un fallimento nel vertice fra i 194 Paesi che hanno sottoscritto l'Accordo di Parigi nel 2015
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Molti Paesi hanno indicato e promesso di avviare piani di decarbonizzazione graduale nei prossimi 10-20 anni. Tra questi non rientra però l'India. Alcuni hanno anche in progetto un piano verso le emissioni nette zero entro il 2050 per contenere l'aumento medio della temperatura della terra entro fine secolo, preferibilmente entro 1,5 gradi centigradi o al massimo 2 gradi rispetto al 1750. Questo per evitare gli effetti devastanti del global warming
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I piani politici che si sono prefissati (o dovrebbero prefissarsi) i 194 Paesi di Cop26 comprendono interventi nei settori dell'economia, dei trasporti, dell'industria, dell'energia, dell'agricoltura, delle foreste e dei rifiuti
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Ma nel G20 solo Argentina, Canada, Francia, Germania, Italia, Sud Africa, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno formalmente aumentato i propri "Contributi determinati nazionali" (Ndcs-Nationally Determined Contributions), vale a dire gli impegni contro il cambiamento climatico, che sono il cuore dell'Accordo di Parigi e che vanno rafforzati ogni cinque anni
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Dopo i primi Ndcs che risalgono al 2016, i Paesi sono andati in ordine sparso. India, Arabia Saudita e Turchia non ne hanno presentato uno nuovo o aggiornato

Per l’Unep, l'Agenzia per l'ambiente delle Nazioni Unite, sei nazioni del G20 - vale a dire Stati Uniti, Canada, Australia, Brasile, Corea del Sud e Messico - non hanno mai raggiunto i loro vecchi obiettivi, e addirittura Brasile e Messico hanno sottoscritto impegni che portano a un aumento di anidride carbonica

Sui 194 Paesi della Cop che hanno sottoscritto il primo impegno, poco più di una dozzina si è impegnata con un secondo Ndc, la maggior parte di loro si è limitata a un aggiornamento rimanendo però sul vago. Un aggiornamento che non è neppure certificato nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc)

Cina, Giappone e Repubblica di Corea, dopo aver annunciato politiche di riduzione dei gas serra, di fatto non le hanno ancora comunicate in modo formale all'Unfccc. Australia e Indonesia hanno presentato obiettivi che sembrano portare a una ulteriore riduzione rispetto ai precedenti Ndc. La Federazione Russa mostra un progresso negli impegni ma non sembra andare oltre le sue attuali politiche